
Criminalità albanese alla conquista dell’Europa. «Le organizzazioni criminali albanesi controllano territori, producono investimenti notevoli e influenzano la politica albanese in modo attivo», denuncia Open Society, in un rapporto sull’evoluzione del crimine organizzato in Albania. Finanziati dalla produzione e dal traffico di cannabis, i gruppi malavitosi assumono un ruolo di primo piano nell’economia e nella società del Paese.
L’Albania nella mappa globale degli stupefacenti come paese produttore e nodo di distribuzione. Produzione di marijuana, export verso l’Europa, e transito per eroina afgana e cocaina, denuncia il Dipartimento di Stato americano, nel marzo 2018. Valutazione confermata nel World Drug Report 2017 delle Nazioni Unite: «“prove concrete” del coinvolgimento di gruppi criminali albanesi in tutti i principali traffici di droga verso l’Europa (eroina, cocaina, cannabis)».
E per ‘prove concrete’, ironizzano Giovanni Vale e Laetitia Moreni su OBC, basta sfogliare le pagine di cronaca, su importanti sequestri di cocaina in Albania o recenti morti sospette di cittadini albanesi in Sud America.
(https://www.balcanicaucaso.org/aree/Albania/La-criminalita-albanese-alla-conquista-dell-Europa-189434
Per l’Agenzia nazionale per il crimine britannica, la NCA, «I criminali dei Balcani stanno formando delle relazioni dirette con i fornitori di cocaina in America Latina. La minaccia dei gruppi criminali albanesi è significativa. Londra è il loro hub principale». A Losanna, la polizia del Canton Vaud denuncia che «albanesi e kosovari sono alla guida dei network di importazione e distribuzione dell’eroina, e delle reti di trafficanti createsi in Svizzera tra il 1999 e il 2000».
Coincidenze non casuali con la guerra occidentale per il Kosovo, e col suo sostegno anche dalla Svizzera, ma non è adesso questo il tema.
«L’Albania serve da base per le operazioni delle organizzazioni criminali regionali», nota il Dipartimento di Stato americano. Riciclaggio facile del soldi criminale, ma per fare cosa? Open Society suggerisce di guardare agli investimenti nel settore immobiliare, casinò, centri scommesse. Esattamente come fa il Dipartimento di Stato che, nel suo report, denuncia anche la incapacità di
combattere il riciclaggio di denaro sporco.
«I soldi della droga stanno deformando il sistema: le attività finanziate dalla criminalità sbaragliano la concorrenza e la droga, da problema criminale, sta diventando un problema sociale», denuncia Carloalberto Rossi, uno dei fondatori del portale albanese Exit.al, ripreso da OBC. E l’esempio d’obbligo è il boom immobiliare, mix di pubblico privato poco trasparente, criticato anche dal Fondo monetario internazionale. Altra segnale allarmante, le operazioni sul “lek”, la moneta nazionale albanese: tasso di cambio lek/euro per anni stabile attorno ai 140 lek per ogni euro. A giugno la banca centrale di Tirana è dovuta intervenire per fermare l’ascesa della valuta albanese . Oggi bastano 126 lek per comprare un euro. Troppa valuta straniera (da droga), sul mercato.
Problemi anche politici e di non poco conto, visto che lo stesso Consiglio europeo, ha deciso di rimandare di un anno l’inizio del cammino europeo di Tirana. Tra le motivazioni espresse, figura anche la necessità di una lotta alla criminalità più efficace.
Nei prossimi giorni, un contributo diretto di Remocontro a questa lotta necessaria per il futuro di quel Paese vicino.
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