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Non esistono baby squillo, solo vittime di adulti pedofili
So bene che baby prostituta o baby squillo sono efficaci sintesi giornalistiche. Lo leggi ovunque e oggi l’ho letto su Remocontro.
Ecco, a me queste definizioni non stanno bene, non mi piacciono, le contesto dal profondo del mio cuore. Perché se le vittime sono minorenni, non si tratta di prostituzione ma di violenza sessuale. Le ragazzine, migranti o italiane come le ragazzine dello scandalo dei Parioli di qualche anno fa, sono sempre e solamente vittime di un abuso da parte dello squallore degli adulti.
I minori non sono mai colpevoli, sono vittime. E lo sono perché non sono nell’età delle scelte consapevoli.
Ma voi lo ricordate lo scandalo dei Parioli? Ricordate i titoloni dei giornali? Baby squillo, anche in quel caso. Erano ragazzine, vittime. E i cosiddetti clienti erano pedofili. Punto e basta.
Baby squillo o baby prostituta sono termini inaccettabili. I bambini, le bambine vittime, non scelgono: subiscono l’affronto di un orco, di un adulto schifoso. Vanno difese, in primo luogo sui media che dovrebbero trovare parole più esatte, per mestiere.
Ricordo a tutti i giornalisti che le minorenni costrette a rapporti sessuali a pagamento sulle strade delle nostre città da bravissimi padri di famiglia, o quelle violentate mentre cercano una speranza di vita migliore, sono vittime. E i clienti o chi si approfitta della debolezza delle ragazzine, sono i colpevoli. Le vittime esigono tutela e i secondi una condanna. Scrivendo, bisogna ricordarle queste cose…