Abusi sessuali bimbi migranti Usa, baby prostitute in Italia

Rigorismo autoritario
e dei porci senz’anima

L’internazionale dell’orrore: Abusi sessuali bimbi migranti Usa, baby prostitute in Italia. Almeno 125 le denunce per abusi sessuali registrate negli ultimi cinque anni nei centri dove vengono ospitati i minori migranti negli Stati Uniti. È quanto rivela un’inchiesta condotta da Propublica, associazione di giornalismo investigativo, che ha scoperto denunce per liti violente  all’interno dei centri e di bambini scomparsi.

Propublica, appellandosi al Freedom of Information Act, ha ottenuto i documenti di 70 dei circa 100 centri gestiti dall’Ufficio per i rifugiati, agenzia che dipende dal dipartimento della Sanità. Documenti che si riferiscono anche agli anni dell’amministrazione Obama, a partire dal 2014, per un po’ di orrore bipartisan.

Questi centri sono al centro dell’attenzione della stampa americana da quando, nei mesi scorsi, hanno iniziato a riempirsi non solo di minori effettivamente arrivati senza genitori al confine, ma anche di bambini, persino neonati, che sono stati tolti ai genitori dalla polizia di confine, in applicazione della politica di ‘tolleranza zero’ varata dall’amministrazione Trump che prevede l’arresto di chiunque tenti di entrare negli Stati Uniti senza documenti.

Ventimiglia, bambine migranti
prostitute per pagare i passeur

Minorenni costrette a prostituirsi per pagare il passaggio del confine a Ventimiglia o reperire cibo e un posto dove dormire. E’ la nuova tappa dell’orrore della tratta dei minori, denunciata nell’ultimo rapporto di Save the Children chiamata “Survival sex”. Ragazze provenienti per lo più dal Corno d’Africa e dall’Africa-sub-sahariana che devono versare ai “passeurs” tra i 50 e i 150 euro per il viaggio in auto. La situazione, sottolinea Save the children, si è aggravata anche dopo lo sgombero, ad aprile 2018, dell’accampamento nell’area lungo il fiume Roja. Da allora, gli operatori di Save the Children hanno rilevato la permanenza in strada di molti minori “in condizioni degradanti, promiscue e pericolose”.

Il fenomeno colpisce in particolare i minori eritrei a Ventimiglia nei primi mesi del 2018 ha fatto registrare un notevole incremento rispetto all’anno precedente, quando rappresentava appena il 10% dei transitanti. Dal rapporto di Save the Children emerge che degli oltre 750 migranti transitati a Ventimiglia a marzo 2018, più della metà erano eritrei, di cui più di uno su cinque minorenne.

Secondo il direttore della Caritas di Ventimiglia, Maurizio Marmo, chiamato a commentare il rapporto di Save the Children «è plausibile che si siano verificati episodi del genere, ma non abbiamo alcun preciso riscontro che porti in questa direzione. Abbiamo comunque sempre sostenuto che la frontiera avrebbe potuto comportare un simile rischio». I contenuti del rapporto risalirebbero ai momenti cruciali dell’emergenza umanitaria, circa un anno fa, quando fuori dalla chiesa delle Gianchette di Ventimiglia stazionavano dalle settecento alle novecento persone.

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