Israele stato ebraico per legge, destra religiosa e arabi ospiti

Israele Stato etnico religioso

Israele stato ebraico per legge. Approvata nella notte la legge su «Israele Stato-nazione del popolo ebraico», voluta soprattutto dai partiti della destra religiosa nel governo Netanyahu. «Israele patria storica del popolo ebraico» e soltanto gli ebrei «hanno il diritto all’autodeterminazione in essa». Nella proposta governativa, c’era pure di peggio: bocciata la possibilità di creare città o quartieri «soltanto per ebrei». Ma è rimasto l’articolo che prevede che l’arabo non sia più la seconda lingua ufficiale, e quello che stabilisce «l’intera Gerusalemme unita» capitale dello Stato ebraico.
Gli arabi israeliani, ridotti di fatto ad ospiti, sono circa il 20 per cento degli 8,7 milioni di abitanti. I palestinesi nei territori occupati dopo il 1967, vivono nell’attesa della nascita di uno Stato loro. Arabi israeliani e palestinesi sono circa la metà degli abitanti fra il Mediterraneo e la riva del Giordano (Israele, Cisgiordania, Gaza).

Fine dell’inganno sul sionismo

Metà parlamento contro la legge che fa di Israele uno stato etnico religioso (due voti a fare maggioranza), e metà società, la parte più avanzata e laica, contro. Contro, sicuramente, Gideon Levy, giornalista di Hareetz, oltre che chiaramente ebreo. Levy ‘festeggia’ la fine di un inganno grazie a quella legge: «il sionismo per quello che è». Uno stato israeliano “ebraico e democratico”, ripetuto da sempre.
«Se lo stato è ebraico non può essere democratico, perché non esiste uguaglianza. Se è democratico, non può essere ebraico, poiché una democrazia non garantisce privilegi sulla base dell’origine etnica». Quindi la Knesset ha deciso: Israele è ebraica e ha quindi smesso di essere una democrazia egualitaria, non soltanto in pratica ma anche in teoria. «È una legge sincera».

Politica di ambiguità nazionale

Il presidente della repubblica e il procuratore generale di stato che hanno provato a frenare, contro “un’arma nelle mani dei nemici di Israele”. «La prospettiva che la verità su Israele si riveli agli occhi del mondo..». Anche il giurista Mordechai Kremnitzer -leggiamo su Internazionale- ha denunciato invano il fatto che la legge, “sancirà la fine di Israele come stato ebraico e democratico”.
“Israele paese guida per stati nazionalisti come Polonia e Ungheria”.
«Tutti questi anni d’ipocrisia sono stati piacevoli. Era bello dire che l’apartheid riguardava solo il Sudafrica, perché lì tutto il sistema si basava su leggi razziali, mentre noi non avevamo alcuna legge simile».

‘Bello dire che l’apartheid era solo in Sudafrica’

«Dire che quello che succede a Hebron non è apartheid, che quello che succede in Cisgiordania non è apartheid e che l’occupazione in realtà non faceva parte del regime. Dire che eravamo l’unica democrazia della regione, nonostante i territori occupati.
Era piacevole sostenere che, poiché gli arabi israeliani possono votare, la nostra è una democrazia egualitaria. O fare notare che esiste un partito arabo, anche se non ha alcuna influenza. O dire che gli arabi possono essere ammessi negli ospedali ebraici, che possono studiare nelle università ebraiche e vivere dove meglio credono (sì, come no)».

I diritti dei non ebrei

La questione della lingua araba, riprende Gideon Levy. Da sempre una farsa. «L’arabo non è mai stato neanche remotamente trattato come una lingua ufficiale, come succede invece per lo svedese in Finlandia, la cui minoranza è nettamente più piccola di quella araba in Israele». Mica era razzismo decidere che i terreni di proprietà del Fondo nazionale, buon parte delle terre dello stato, erano riservati ai soli ebrei. «E ora, Israele è solo per gli ebrei, anche sulla carta».
Ayman Odeh, leader dei partiti arabi, ritiene che la norma dimostri che Israele «non ci vuole qui». Netanyahu parla di «rispetto di tutti i cittadini», ed ha poi ricevuto il premier ungherese Viktor Orban, leader del fronte europeo sovranista e anti-immigrati. I due capi di governo hanno ribadito l’intesa, e forse non è un caso.

I nuovi amici di Israele

Ironicamente amaro Levy: lo Stato nazione del popolo ebraico, non dei suoi abitanti. I suoi arabi sono cittadini di seconda classe e i suoi abitanti palestinesi non hanno statuto, non esistono. Il loro destino è determinato da Gerusalemme, ma non sono parte dello stato.«Rimane un piccolo problema con il resto del mondo, e con l’immagine d’Israele che questa legge in parte macchia. Ma non è un grave problema. I nuovi amici d’Israele saranno fieri di questa legge. Per loro sarà una luce che illumina le nazioni».
Il riferimento di Gideon Levy resta sottinteso: Trump, Orban e personaggi simili, immaginiamo noi. «Tanto le persone dotate di coscienza di tutto il mondo conoscono già la verità». Un’arma nelle mani del movimento Bds (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro), conclude in giornalista: «Israele se l’è guadagnata».

Condividi:
Altri Articoli
Remocontro