In Israele, tutti con gli Stati Uniti, non tutti con Trump

Usa for ever, forse

In Israele, tutti con gli Stati Uniti. Lo speciale sondaggio Haaretz mostra una schiacciante fiducia nell’alleanza in Israele-Usa, ma molto meno nei confronti del super amico Donald, forse più vicino a Netanyahu che agli interessi condivisi dalla generalità dei cittadini.
Sondaggio in onore del 242 ° Giorno dell’Indipendenza degli Stati Uniti, rileva che se l’America ripone la sua fiducia in Dio, Israele ripone la sua fiducia in America. Un enorme 84% del pubblico israeliano crede che se il paese dovesse affrontare una crisi militare esistenziale, gli Stati Uniti verrebbero in suo aiuto.
Il 62% degli israeliani ritiene che la relazione speciale tra i due paesi durerà, contro solo il 24% che teme possa indebolirsi o collassare. Fiducia negli Stati Uniti condivisa anche tra gli arabi israeliani, ma non dagli ebrei ultra-ortodossi.

 

Tifosi ultras

L’infatuazione di Israele nei confronti dell’America è anche legata, ovviamente, ai contatti personali, scrive ancora Haaretz. Il 43% degli israeliani ha visitato gli Stati Uniti e il 23% di averlo fatto tante volte. Il 17% degli israeliani, incluso il 30% degli arabi israeliani, afferma di avere parenti di primo grado – genitori, figli o fratelli – che vivono negli Stati Uniti. Il 32% afferma che, data l’opportunità, vorrebbero “trasferirsi e vivere” negli Stati Uniti.
I giovani sono più attratti dei loro anziani nella Terra delle opportunità, in quanto sono israeliani laici rispetto a quelli più religiosi. Il 69% degli arabi israeliani ha dichiarato che non prenderebbero nemmeno in considerazione di trasferirsi in America, rispetto a solo il 31% di ebrei ugualmente religiosamente ultra conservatori.

Maschilisti e bigotti

Livelli di fiducia altrettanto elevati per gli Stati Uniti, solo un decennio fa, alla fine del mandato di George W.Bush. Gerusalemme con circolazione a destra. Israele è anche ‘l’unico paese democratico’ -scrive Haaretz- che ha fiducia nella capacità Usa di gestire gli affari del mondo anche dopo l’elezione di Trump. Più con lui che con Obama, ma senza esagerare.
Israele a un ipotetico voto Usa, 49% a favore di Trump, ma il 45% non lo sa. Dubbi inconsueti, da quelle parti. E ciò, nonostante la «capacità infinita di Trump per l’auto-esaltazione e il suo approccio famigerato alle donne». Vanesio e maschilista, la traduzione da Haaretz, e una differenza di genere negli atteggiamenti israeliani nei confronti del personaggio. Il 33% dei molto favorevolmente verso Trump sono uomini, rispetto a solo il 15% delle donne.

 

Tra Netanyahu e Trump

Maschilisti e bigotti: solo il 48% degli israeliani laici favorevoli a Trump, rispetto al 60-70% di quelli che si descrivono come tradizionalisti, religiosi o ultraortodossi.
Il 68 percento approva la gestione del rapporto del primo ministro, grazie alla svolta decisamente filoisraeliana negli Stati Uniti in politica estera. Anche qui con un chiaro divario di genere. Con gli uomini più a destra delle donne.
Poi le questioni di fede e dell’ebraismo ultra ortodosso che impone ad ogni ebreo la ‘terra promessa’ in attesa dell’arrivo del messia. Problema per la moltitudine degli ebrei americani, inseriti, ricchi, potenti e sostanzialmente laici.

Condividi:
Altri Articoli
Remocontro