
L’Italia che piace a Steve Bannon. Qualche giorno fa l’ex consigliere strategico del Presidente Usa Donald Trump a Roma invitato dal Centro Studi Americano. Successivamente ha incontrato Matteo Salvini e i Cinque Stelle. Una cronaca decisamente inusuale via Londra.
Sul Times di questa mattina, Tom Kington da Roma. Steve Bannon, l’ex consigliere strategico della Casa Bianca in missioni politica in Europa, sostenitore dichiarato della Laga di Salvini e promotore dell’attuale alleanza giallo verde con i 5Stelle, di fatto si vanta e -al suo solito- sbruffoneggia.
«Populism will change the European Union in a year».
Un solo anno per la rivoluzione populista europea.
«Italy’s new populist government will create a surge in resentment against Brussels and lead to Eurosceptic voting at next year’s European Union elections, the former White House strategist Steve Bannon has said».
Il nuovo governo populista italiano creerà un’ondata di risentimento nei confronti di Bruxelles e un voto euroscettico alle elezioni europee del prossimo anno.
Non sarà ancora la fine dell’UE, concede Bannon, stratega del sovranismo. “Il suo progetto è morto, l’Italia e l’Ungheria l’hanno ucciso”. Non solo: ieri Janez Jansa, un alleato del primo ministro ungherese anti-migranti, Viktor Orban, ha vinto il 25 per cento dei voti le elezioni in Slovenia.
Ed ecco che per Mr. Bannon la sintesi pupulista tra la Destra dura della Lega e l vaghezza 5Stelle, diventa addirittura modello da proporre al rude Trump.
«If we could put Trump’s deplorables together with Bernie Sanders’ economic nationalists, that would be a force which could govern America for many decades».
Mettere assieme i duri di Trump con i nazionalisti economici di Bernie Sanders, azzarda Bannon, sarebbe una forza che potrebbe governare l’America per molti decenni. E per la prima volta da un bel po’ di tempo, fatta la tara sulla discutibile fonte da cui viene l’osanna, l’Italia e il suo fritto misto “tra nazionalisti e i globalisti sta mostrando al mondo la via”.
Bannon a Roma soggiorna nel suo hotel preferito nella capitale, il Raphaël, dove nel 1993 -annota il cronista Tom Kington – il primo ministro Bettino Craxi fu bersagliato dal lancio di monetine da parte di cittadini arrabbiati per tangentopoli. A Bannon ripesca il fatto e ironizza:
«If they had been around, it would havebeen the Five Star guys at the front throwing pennies».
“Se ci fossero stati allora, sarebbero stati i ragazzi delle Cinque Stelle a lanciare penny”.
Bannon, se ama, non conosce misura, ed ecco come affronta la pochezza di alcuni personaggi:
«..the Five Star leader and new deputy prime minister Luigi Di Maio, a former football steward».
Luigi Di Maio, con sola esperienza precedente da ‘steward, amministratore nel mondo del calcio’.
E Virginia Raggi, sindaco a cinque stelle a Roma, definita ‘a legal secretary‘, una segretaria legale.
Ma Bannon esagera in piaggeria:
«It’s like in the American Civil War. Lincoln was a railroad lawyer and Grant was a drunken clerk in his father’s store».
“Come nella guerra civile americana. Lincoln un semplice avvocato della ferrovia e Grant era un impiegato ubriaco nel negozio di suo padre”.
Di Maio Lincoln e Virginia Raggi come il generale Grant. E Bannon, ex stratega della Casa Bianca di Trump conclude il verbo: “Non è stata la sua mancanza di esperienza che ha portato le buche e la spazzatura non raccolta a Roma”.
Grazie Mr.Bannon.