Una notte carica di tensione lungo le linee tra Gaza e Israele dopo una giornata di scontri che ha riportato le forze armate israeliane ai margini del territorio palestinese, come mai era accaduto dall’offensiva «Margine Protettivo», guerra del 2014.
L’escalation da parte palestinese dopo l’uccisione domenica di tre militanti del Jihad islami con una cannonata sparata da un carro armato israeliano. Un quarto palestinese, Mohammed al Radie, è stato ucciso nella notte in un altro raid israeliano.
La reazione ieri alle prime luci del giorno. Da Gaza hanno sparato una trentina di colpi di mortaio, nello stesso momento e da tre punti diversi. Gran parte dei colpi di mortaio sono caduti in zona aperte e disabitate, altri sono stati intercettati.
La reazione israeliana è stata pesante. In poche ore l’aviazione e l’artiglieria hanno colpito o preso di mira almeno 35 obiettivi della Jihad e anche di Hamas, estraneo lanci di mortaio ma che il governo Netanyahu considera responsabile a Gaza.
La cronaca Israeliana
La spirale di attacchi e rappresaglie è andata avanti per tutto il giorno. Alle incursioni dell’aviazione israeliana sono seguiti a un certo punto anche lanci di razzi da parte ancora del Jihad e delle «Brigate Salah Edin», dal nord di Gaza.
Ma l’altra sera l’Egitto -fonti diplomatiche diverse- era impegnato in un intenso e difficile lavoro di mediazione per placare lo scontro ed evitare una nuova guerra che avrebbe conseguenze spaventose soprattutto per la popolazione palestinese.
La cronaca del quotidiano israeliano Haaretz: Hamas afferma che il cessate il fuoco di Gaza è stato raggiunto tramite mediatori egiziani; Israele nega. Israele effettua oltre 30 attacchi. Oltre 70 razzi sparati da Gaza. Oggi Consiglio di sicurezza Onu.
Analisi: le chiare regole del gioco emerse a Gaza negli ultimi due mesi. Nonostante più di 100 palestinesi siano stati uccisi e migliaia siano stati feriti da colpi di arma da fuoco israeliani, Hamas ha preferito limitare lo scontro alla barriera di confine.
Egitto e Qatar per la ‘pace fredda’
Sottotraccia e persino negata la mediazione da parte di Egitto e Qatar, per instaurare una “pace fredda” a Gaza realizzando alcuni obiettivi del Cairo e tastando il terreno per un’eventuale attenuazione dell’attrito fra Doha e l’alleanza saudita.
Dichiarazioni all’ANSA del Cairo dell’analista dell’Ispi, Giuseppe Dentice, dopo la circolazione su media israeliani di “notizie circa un possibile dialogo tra Egitto e Qatar mirato unicamente a garantire una tregua di lungo periodo nella Striscia di Gaza”.
Obiettivo, garantire una ‘pace fredda’ decennale nella Striscia. Motivazioni umanitarie e di ‘opportunità politica’ per i mediatori. Il Cairo a rimarcare il suo ruolo storico sulla Striscia, ex Protettorato egiziano, ed escludere le organizzazioni radicali.
Sempre per l’Egitto il rilancio del progetto di pace intra-palestinese tra Fatah e Hamas, offrendo a quest’ultima -in cambio della stabilità nell’area o di una dichiarata non-bellicosità nei confronti di Israele- una riapertura graduale del valico di Rafah.