
Air Policing, polizia dei cieli nei Paesi Baltici e Bulgaria in contro Alleanza atlantica dal 2004, minaccia ereditata dalla Guerra fredda, la Russia post sovietica sempre nella parte del cattivo. Da gennaio a maggio, anche caccia italiani, Eurofighter Typhoon, tra Estonia e Bulgaria. La Russia, ovviamente, non gradisce le attenzioni dell’Alleanza a due passi dai propri confini, e reagisce mostrando muscoli da paura tra terra terra cielo e mare. Ma cosa ci fa l’Italia in Estonia, si chiede Marco Petrelli su East West, e per giunta nel pieno di quella che sembrerebbe un’escalation da Guerra Fredda?
Il prezzo da pagare per l’adesione all’Alleanza di ex nazioni del Patto di Varsavia, un ampliamento ad est dei confini Nato ai danni della sfera d’influenza russa sull’Europa orientale e balcanica, ma con Paesi con situazione economica e militare al disastro.
Il boom degli Stati satelliti del blocco sovietico entrati nella Nato. Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria nel 1999; Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia, Slovenia nel 2004; Albania e Croazia nel 2009 e Montenegro nel 2017. Paesi molto diversi per sviluppo sociale, politico, economico e di prospettiva. Soldi da spendere e capacità di farlo bene. Con un bel po’ di interessi nazionali che non coincidono tra loro. Romania e Ucraina forse nell’ottica di una riconquista di regioni storicamente contese al vicino russo. O la Moldavia per Bucarest e la Crimea per Kiev. Macedonia, Montenegro, Bulgaria e lo stesso Kosovo per evitare l’isolamento.
La Russia, come detto, e nonostante l’impegno combattente in Siria, si occupa anche di Europa. Mosca, risposta alla sfida Nato sui suoi confini, controlla Kaliningrad, exclave che confina con i territori dell’Unione Europea.
Membro fondatore della Nato, ricorda Petrelli, la Repubblica Italiana non può sottrarsi. Attività che hanno dei costi, è l’osservazione prima in questo tempi economicamente gravi, assieme agli altrettanto onerosi periodici war-games Nato proprio in Polonia e nel Mar Baltico. Incertezza tra l’allenamento e la provocazione. Tempi per una ‘stabilizzazione’ dei Paesi da proteggere piuttosto lunghi, con Italia, Spagna, Regno Unito e Germania ancora coinvolte, ventisette anni dopo la Guerra fredda.
“Enhanced Air Policing North-Baltic Eagle”, in Estoria, con attività di difesa delle altre due Repubbliche baltiche, Lettonia e Lituania. Air Policing anche per l’Islanda. Jet italiani garantiscono in permanenza la sicurezza dei cieli della Slovenia. A questo, si aggiunge la responsabilità, a rotazione con l’Aeronautica greca, della difesa aerea dell’Albania.