
Il primo F-35 in guerra contro l’Iran, è la notizia vanto per chi la esibisce. Il comandante delle Forze aeree di Israele: “Compiuto il primo attacco al mondo con gli F-35”. Complimenti.
Dunque Israele è stata la prima nazione al mondo a condurre un attacco con i cacciabombardieri “stealth”, F-35. Aerei invisibili ma missili tonanti su obiettivi iraniani in Siria. Azione di guerra vera e propria a vantare un primato. “L’aviazione israeliana dispone di nove F-35 operativi e ne ha ordinati in tutto 30”, ricorda su La Stampa Giordano Stabile.
Possenza economico militare esibita a colpi di tweet, modello Trump. Il comandante delle Forze aeree, Amikam Norkin, ha rivelato che gli F-35 sono stati usati durante due raid in Siria. «Lo squadrone degli F-35 è diventato operativo – ha precisato l’alto ufficiale-. I nostri F-35 volano sopra tutto il Medio Oriente e siamo stati i primi ad attaccare con gli F-35 in Medio Oriente». Esibizione con retrogusto di minaccia.
Norkin ha anche postato fotografie degli F-35 sopra Beirut. L’aviazione israeliana invia con regolarità coppie di F-16 sopra la capitale libanese ma questa è la prima volta che mostra i moderni cacciabombardieri stealth che tanti problemi sembrano creare negli Stati Uniti che li propongono al mondo.
Gli F-35 sono stati usati in Siria -versione israeliana-, «per contrastare le operazioni militari dei Pasdaran che si sono «installati nella base aerea T4, a 250 chilometri dal confine con Israele», e anche per una ulteriore risposta ai razzi lanciati verso il Golan da ‘milizie alleate’ dell’Iran.
Record della battaglia aerea del 10 febbraio, quando un F-16 israeliano venne abbattuto. E quello fu un segnale molto sofferto da Tel Aviv.
Durante due dei numerosi raid compiuti fra febbraio e maggio sono stati usati anche gli F-35 ma Norkin non ha voluto specificare in quali occasioni.
Il ministro degli Esteri palestinese Riad Malki ha chiesto alla Corte penale internazionale dell’Aja “un’inchiesta immediata” sugli insediamenti ebraici in Cisgiordania. Secondo Malki “sono stati commessi gravi crimini”. L’Autorità nazionale palestinese è entrata a far parte della Cpi nel 2015, contro il parere di Israele che teme che venga usata per mettere sotto pressione lo Stato ebraico.
La richiesta arriva dopo le tensioni a Gaza e in tutti i Territori per lo spostamento dell’ambasciata americana a Gerusalemme, ma era stata annunciata già da tempo.
Questione palestinese anche al centro della campagna elettorale in Turchia. Il presidente Erdogan, in un comizio al ritorno dalla Bosnia, ha chiesto ai 57 Paesi dell’Oic, l’organizzazione per la cooperazione islamica, di mettere al bando i prodotti “provenienti dagli insediamenti illegali di Israele” in Cisgiordania e sulle Alture del Golan.