I vini più sapienti del mondo e i libri felici

Abbiamo i vini più sapienti del mondo. Dopo aver goduto di paesaggi magnifici, sentito sin dalle origini nella vigna il sottile suono del vento della Valdorcia, dopo essere stati nelle mani dei contadini che li producono, con amore e cortesia, ora ascoltano invecchiando in bottiglia i racconti degli osti librai rurali.
Storie e narrazioni, virgolette che si aprono e non si chiudono mai. Dell’abitare e della convivialità necessaria, della poesia e del perché a un certo punto della vita, ora, siamo tutti qui. Sapienti anche perché tra una chiacchiera e l’altra vivono austeri in una cantina fatta di libri, in uno spazio di riviste che vengono da tutto il mondo a dialogare con l’eccellenza internazionale che questa terra esprime…

I migliori Orcia, i Brunelli, i Nobile, Montecucco, Bolgheri.
Ma come in tutte le cose belle, il tutto funziona se c’è reciprocità. Se lo scambio e vero. Così, sui nostri scaffali, ho visto riviste austere, altre che vengono da Londra o Berlino, di arte e design essere più felici. Non sono più oggetti di carta speciali, non sono solamente introvabili o disegnate con cura: sono più vive. Non hanno quel qualcosa di vecchio e mortifero che spesso hanno i giornali, le riviste, i libri che intristiscono negli scaffali numerati tutti uguali di un megastore metropolitano.

Hanno ricevuto dalla terra che li ospita, dal vino e dalla furia degli osti, librai, narratori e visionari, quel tocco di sovversione necessaria. E oggi, sfogliandole si percepisce, sono riviste sicuramente più felici. E sono più felici anche i libri, quelli dell’Orma, di Eleuthera, di Ippocampo…

Cammino tra i tavoli e tocco con la mano il legno dei tavoli, il ferro del bancone e la carta delle riviste e riesco a sentire la passione e l’amore che hanno accompagnato la creazione di ogni singolo oggetto.
Non saremo mai perfetti. Penso a questo quando osservo le venature del legno. Ma siamo così. Questo spazio in cui viviamo e lavoriamo, rurale e magnifico, è così. Imperfetto, mutante, allegro, pieno di sorriso e di sovversione, quindi di arte, di poesia, di tutto quello che serve per essere vivi per davvero.

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