Guerra di Corea 1950-53, armistizio in attesa di pace

Quasi terza guerra mondiale sul 38°parallelo
ultimo scenario della vecchia ‘guerra fredda’

Guerra di Corea 1950-53. La Seconda Guerra mondiale, conclusasi in Europa ai primi di maggio del 1945, si protrasse in Oriente fino alla resa del Giappone alla fine del mese di agosto. Tra lo sganciamento della bomba di Hiroshima e di quella di Nagasaki, l’Unione Sovietica nel frattempo attaccò i giapponesi che occupavano ancora parte della Cina, la penisola coreana, le isole Curili e la parte meridionale della penisola di Shakalin. La resa ufficiale delle forze giapponesi in Corea e l’inizio del ritiro avvennero quasi nell’ottobre del 1945: mentre gli americani avevano già occupato le isole del Giappone e la parte meridionale della Corea, i sovietici e i cinesi arrivarono invece poco dopo nella parte settentrionale della penisola. Fu in quella circostanza che, per la prima volta, si sentì parlare della ‘linea del 38° parallelo’ che avrebbe dovuto essere una linea di demarcazione provvisoria tra le potenze occupanti e soprattutto tra i due stati coreani appena sorti: a nord quello filo-sovietico e a sud quello controllato dagli Stati Uniti.

Fin da subito il 38° parallelo si rivelò invece una linea molto precaria perché – ancora prima dello scoppio della guerra – si verificarono scontri e incidenti continui. Ognuno dei due stati coreani ambiva infatti alla propria ‘completa unità nazionale’ e ciò non poteva che fare presagire uno scontro imminente. Nel giugno 1950, approfittando del fatto che gli americani si erano ritirati in quei giorni, le forze armate del nord varcarono la linea portando il loro attacco in profondità fino a conquistare la capitale Seul in poco tempo. Seguirono una reazione militare americana che non poté fermare comunque la prima invasione e una reazione politica delle Nazioni Unite che votò una risoluzione – grazie all’assenza del delegato sovietico al consiglio di sicurezza – che autorizzava l’uso della forza per fermare l’invasione e su mandato Onu fu pertanto costituito un contingente multinazionale (la cui struttura di base era tuttavia americana).

Le vicende della guerra furono a dir poco estremamente drammatiche: dopo il massiccio intervento americano la situazione si ribaltò – al punto che fu occupata gran parte del nord fino al confine con la Cina nel novembre 1950 –, ma dopo un massiccio contrattacco cinese la situazione cambiò nuovamente e si stabilizzò più o meno ancora a cavallo del 38° parallelo, quando fu sottoscritto a Panmunjeom nel luglio del 1953 un armistizio tra le Nazioni Unite, la Repubblica Popolare cinese e la Corea del Nord. Da allora, con pochi aggiustamenti territoriali frutto di estenuanti trattative, il confine è sempre rimasto questo, regolato da un ‘armistizio’, un accordo di ‘cessate il fuoco’, ma non da un trattato di pace vero e proprio. Per capire la gran parte dei motivi di continuo attrito tra il Nord ed il Sud in più di mezzo secolo si tratta di un elemento determinante, oggetto di continue strumentalizzazioni, e che continua ad esercitare una pessima influenza sulle relazioni tra i due stati, ma per un paradosso è anche il solo punto di contatto riconosciuto tra gli ex belligeranti.

Il 38° parallelo – anche se in senso stretto la linea di demarcazione lunga più di duecentocinquanta chilometri non corrisponde esattamente alla geografia – può essere definito come una sorta di continuazione della guerra con altri mezzi. Dietro i rituali rigidi di una permanente minaccia di guerra in caso di violazione dell’accordo e dietro la tensione continua, numerosi episodi hanno invece comunicato all’avversario le intenzioni dei contendenti. Per fare presente che mai gli Stati Uniti avrebbero abbandonato la Corea del sud, fu necessario nel 1957 il ritiro unilaterale Usa dagli accordi e la collocazione dei primi missili a testata nucleare tattica (gli Honest John) e di batterie d’artiglieria pesante in grado di sparare granate con la stessa testata. Una prima schiarita avvenne solo nel 2007 concedendo che una linea ferroviaria attraversasse la linea, ma fu una breve illusione. Almeno fino ad oggi.

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