Giustizia amica del «branco», vergogna dalla Spagna

Azzeccagarbugli

Giustizia amica del «branco». Spagna, ragazza violentata da 5 persone, ma per i giudici non fu stupro: “Solo abuso sessuale” I fatti risalgono a due anni fa, quando una ragazza madrilena di 18 anni era stata aggredita sessualmente durante la festa di San Fermin da cinque sivigliani. Ma per i giudici del tribunale di Navarra se non ci sono tracce di violenza non è un’aggressione sessuale.
“Se non c’è aggressione in uno stupro di cinque uomini grandi e grossi contro una ragazza di 18 anni, cos’è una aggressione? Devono ucciderci?”. La portavoce delle manifestanti davanti al tribunale di Pamplona ha commentato così la sentenza che ha sconvolto la Spagna. I fatti risalgono a due anni fa, quando una ragazza madrilena di 18 anni era stata avvicinata durante la festa di San Fermin da cinque sivigliani -tra loro anche un militare e un poliziotto- che l’hanno violentata. Il giorno dopo la giovane è stata trovata accovacciata in posizione fetale sulla strada, in lacrime. Alla polizia ha denunciato di essere stata stuprata e di non aver potuto reagire perché “paralizzata” da quello che stava accadendo.

«Sì, io ti credo»

Al grido di «Sì, io ti credo», «No è no» e «giustizia patriarcale», una cinquantina di manifestazioni in tutta la Spagna per protestare contro la sentenza. Per giudici del tribunale di Navarra, però, quell’episodio non era un’aggressione sessuale. La corte, infatti, ha deciso di condannare il branco di violentatori solo per “abuso sessuale“, mancando i riscontri fisici di “violenza o intimidazione“. La giovane era stata trovata accovacciata il giorno dopo sulla strada, sconvolta. Alla polizia, a cui ha denunciato i fatti, ha spiegato di non aver potuto reagire e lottare, “paralizzata” da quanto stava accadendo e dai cinque uomini che la sovrastavano. I cinque sivigliani della ‘manada’ -il branco, come si erano definiti sui social- sono stati condannati a 9 anni di carcere per “abuso sessuale” e assolti dall’accusa di “aggressione sessuale”, per cui la procura chiedeva 20 anni. Uno dei tre giudici della Navarra si è addirittura pronunciato per l’assoluzione completa dei cinque accusati. L’avvocato della giovane ovviamente farà ricorso, ma tutta la Spagna è sotto shock

La ‘manada’, il branco

Il caso della manada, il “branco”, come si autodefinivano i 5 nel loro gruppo di whatsapp. José Angel Prenda, Alfonso Jesús Cabezuelo, Ángel Boza, Jesús Escudero e Antonio Guerrero Escudero, cinque sivigliani con età oggi comprese fra i 26 e i 30 anni si erano recati a Pamplona, in Navarra, per partecipare alle feste dei Sanfermines, una classica occasione per ubriacature collettive. A un certo punto della notte, si avvicinano a una giovane, la insidiano e la spingono in un portale isolato, e la costringono a rapporti sessuali di gruppo che la sentenza dettaglia con agghiacciante freddezza.
La ragazza, incapace di reagire dallo shock e dalla paura, rimane passiva tutto il tempo, quasi sempre con occhi chiusi, aspettando che finisca quell’inferno. E quei scatta l’assurdo giuridico, l’assenza di «colpi, spinte e graffi», riducendo i fatto ad «abuso». Nel codice penale italiano questa distinzione non esiste più, dalla riforma del 1996 che classifica lo stupro come violenza contro la persona.

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La sentenza ha scosso il mondo politico in tutta la Spagna. Ada Colau, sindaca di Barcellona, denuncia un sistema legislativo autoritario: «se prendi a pugni un guardia civil – processo in corso nei paesi baschi, dove alcuni giovani rischiano pene gravissime per una scazzottata da bar e in cui vengono accusati di «terrorismo» – rischi 65 anni; se invece ti violenta un guardia civil, se ne becca solo 9». Giustizia ancora molto, troppo patriarcale. Questo accade in Spagna mentre la Svezia sta discutendo una legge che prevede di definire stupro qualsiasi rapporto in cui una donna non abbia dato il suo esplicito consenso. La riforma svedese dovrebbe entrare in vigore il 1 luglio.
Yo hermana te creo («Sorella, io ti credo»), la condanna delle femministe spagnole è a una sentenza che ancora una volta mette in dubbio la denuncia di una donna. Nel 2017 è morta una donna a settimana per violenza machista, ma la violenza sulle donne – al contrario di quella contro la polizia – non è considerata né terrorismo, né questione di stato come reclamano le femministe spagnole da tempo.

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