Notizia vecchia fa buon scandalo: spia siriana a Roma

Le Monde e le rivelazioni note

Inciampo del ‘giornalismo alto’. Le Monde: «Il capo intelligence siriana ricevuto a Roma a gennaio “Su invito dell’Aise”». Riciclaggio di notizia vecchia. Poi il veleno: ‘per siriani Italia ponte verso Europa’. Così rilancia l’agenzia Askanews: «Il capo dei servizi segreti siriani, Ali Mamlouk, ha incontrato lo scorso gennaio a Roma il suo omologo italiano Alberto Manenti. Lo hanno detto al quotidiano francese Le Monde “tre fonti ben informate sugli affari siriani, tra cui un agente dell’intelligence di un paese vicino alla Siria”, confermando quanto apparso alla fine di febbraio sul quotidiano libanese Al-Akhbar, vicino al regime di Damasco Al-Akhbar».
Le Monde, 28 marzo: “Secondo le nostre informazioni Mamlouk ha raggiunto Roma con un jet privato messo a disposizione dalle autorità italiane”.
Remocontro, 28 febbraio: «Media libanesi, vicini a Damasco, parlano di un suo viaggio in gran segreto su un aereo privato, flotta Aise ad anonimato garantito, di un vertice con lo stesso Manenti, e non soltanto».

Bersaglio Manenti o triangolazione?

Ancora Le Monde: «Nella capitale italiana, il capo della sicurezza nazionale, un servizio che supervisiona l’apparato di intelligence siriano, ha incontrato il suo omologo, Alberto Manenti, direttore dell’Aise». Significativa la frase che segue: «L’agente di intelligence ha detto a Le Monde», che vuol dire, fonte interna ai servizi italiani con obiettivi politici o qualche vecchio conto da regolare.
Ma restiamo alla malizia francese: «Mamlouk può parlare di migrazione, di questioni di sicurezza, ma sono pretesti. Tocca queste questioni con il solo scopo di approfondire piano piano i rapporti della Siria con Roma in un quadro più generale. Per i siriani, l’Italia è un ponte verso il resto dell’Europa». E Le Monde ricorda che il generale siriano, 72 anni, è sotto sanzioni internazionali per il suo ruolo nella repressione della rivolta in Siria. Sebbene abbia continuato a viaggiare negli ultimi anni, recandosi in Giordania, Egitto, Russia, Iraq e Arabia Saudita, la sua visita in Italia, avvenuta “viola la legge Ue che vieta a molti funzionari siriani di entrare nel territorio dei 28 Stati membri”.

‘Lista Nera’, tavolozza molto sospetta

Mamlouk è infatti in “terza posizione nella lista nera dell’Ue, dietro al presidente Bashar al Assad e al fratello Maher”, ha ricordato il quotidiano francese. Il giornale libanese aveva indicato nel capo della sicurezza libanese, Abbas Ibrahim, l’organizzatore dell’incontro. Lo stesso giornale spiegava che “i francesi vorrebbero avere un contatto con Damasco attraverso una terza parte amica dei siriani, ovvero l’Iran, e collaborare con i siriani per ottenere i nomi dei terroristi francesi detenuti in Siria. Cosa che l’Iran ha rifiutato”. Tutti gli spionaggi a fare il loro mestiere, contattare anche i banditi utili per conoscere e se possibile prevenire, ma lo ‘sputtanamento’, lo sgarbo francese è riservato all’Italia.
Giornalismo distratto. Notizia Reuters del 4 novembre dello scorso anno: «Alto funzionario USA si riunisce con il capo dell’intelligence siriana a Damasco». Secondo l’agenzia britannica, l’Ufficiale statunitense era a Damasco per discutere su una serie di questioni, tra cui la reclusione di diversi operatori della CIA in Siria. Stati Uniti sì, Paesi dell’Unione europea no?

Remocontro già un mese fa

«Servizi segreti Italia Russia alleati contro gruppi jihadisti in Libia», titolo del 28 febbraio. Sommario: ‘La notizia rimbalza da Mosca a Roma, con passaggi arabi. Vertice tra servizi segreti a Mosca, Aise italiano e Svr russo, la settimana scorsa, a discutere su come affrontare il nuovo flusso jihadista verso la Libia che potrebbe da lì interessare il nostro Paese’. Un vertice di spie tra Italia e Russia pronte a collaborare in Libia contro le infiltrazioni ex Isis in fuga da Siria e Iraq. Questione strategica per l’Italia, con Mosca che appoggia il generale Haftar, padrone della Cirenaica, contro e il premier Al Serraj, sostenuto invece da Roma. Alleati contrapposti tra i libici ma nemico comune : secondo le agenzie di intelligence russe che in Siria ci sono, tra gli 8 e gli 11mila jihadisti. E proprio in questi giorno scopriamo quanto la minaccia sia grave.
«Roma aveva già iniziato ad aprire i contatti ad alto livello con la Siria più di due anni fa, con una visita di Alberto Manenti a Damasco. I partner europei erano stati informati sulla natura dei contatti con i siriani. “Al Akhbar” la fonte giornalistica libanese di questi dettagli, ha appreso infatti che da più di due mesi i rapporti, focalizzati sui dossier del controterrorismo e della questione dei profughi siriani, sono ripresi».

 

AVEVAMO DETTO

Servizi segreti Italia Russia alleati contro gruppi jihadisti in Libia

Tags: Manenti Siria
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