
Si surriscaldano gli animi tra gli Stati Uniti e le altre grandi economie mondiali, all’indomani dell’annuncio della prossima introduzione da parte degli Usa di dazi all’importazione del 25% sull’ acciaio e del 10% sull’alluminio. “Quando un Paese (Usa) sta perdendo molti miliardi di dollari nel commercio con ogni Paese con cui fa affari, le guerre commerciali sono buone e facili da vincere”, ha scritto Trump su Twitter. Secondo Eurofer, l’introduzione dei dazi americani può «dimezzare da un giorno all’altro» le importazioni dell’acciaio europeo.
Ma in quei giorni anche Bruxelles metterà sul tavolo le proprie armi per rispondere: mercoledì la Commissione presenterà una serie di misure difensive. La mossa dell’Ue ricalcherà quanto fatto nel 2002 per rispondere alle misure annunciate dall’allora amministrazione Bush. Bruxelles adottò una serie di provvedimenti, senza però arrivare a metterli in pratica. Scontro commerciale scongiurato, ma questa volta la partita sembra più difficile. Il lavoro diplomatico fatto negli ultimi mesi ha sbattuto contro un muro di gomma.
Antipatizzanti ormai dichiarati, Europa e Trump se le cantano in faccia. Già ieri Juncker: “L’Unione europea reagirà fermamente e proporzionalmente per difendere i suoi interessi”. Bruxelles prepara una serie di «contromisure per riequilibrare la situazione». Dazi su prodotti miratri: l’acciaio, ovviamente, ma anche il settore agricolo sarà coinvolto. Nel mirino, un elenco di beni mirati per colpire gli Usa in alcune aree produttive sensibili per i Repubblicani. Esempio, prodotti come le Harley Davidson (Wisconsin), succhi di frutta (Florida) o al whiskey Bourbon (Kentucky).
Dalla Cina per il momento con buon senso. “Se tutti i Paesi seguono l’esempio degli Stati Uniti, questo avrà senza dubbio un grave impatto sul commercio internazionale”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri. Nervosismo anche da parte di Mosca. “Condividiamo questa preoccupazione europee e stiamo analizzando la situazione che sta emergendo nelle relazioni commerciali”, ha detto il portavoce Dmitry Peskov. «Rischiamo un’escalation che danneggerebbe tutti» lancia l’allarme BusinessEurope, la Confindustria europea.
Tensioni Usa-Messico, si dimette l’ambasciatore degli Stati Uniti in Messico, Roberta Jacobson. Dietro le sue dimissioni c’è il durissimo scontro tra il capo della Casa Bianca Donald Trump e il presidente messicano Enrique Peña Nieto a proposito degli immigrati e la costruzione del Muro. La scelta di lasciare prima del tempo è arrivata dopo l’ultima, burrascosa telefonata tra i due presidenti che si è chiusa tra urla e insulti su chi doveva pagare i costi della barriera. La nuova diplomazia della nuova Casa Bianca con problemi di relazione diffusi.
Intanto Trump, grande consumatore di cheeseburger e Diet Coke, è stato messo a dieta. Lo riporta Bloomberg, segnalando che il nuovo regime alimentare gli è stato fortemente raccomandato dopo il suo primo esame medico da inquilino della Casa Bianca, lo scorso gennaio nel Walter Reed National Military Medical Center, nel Maryland. I suoi 108 chili abbondanti sono al limite dell’obesità, almeno secondo i parametri fissati dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie sull’indice di massa.
Problemi di aggressività commercial politica connessi?