La guerra Iran Israele in Siria che solo Putin può fermare

La guerra di Siria che travolge tutto, compresi i detti popolari di origine addirittura biblica, “Il nemico del mio nemico è mio amico”. Amici oggi, nemici domani e oltre non si sa. E in sette anni di guerra in Siria abbiamo visto giostre simili più volte.

Siria campo di battaglia, le principali guerre in corso

La guerra mondiale a pezzi denunciata da Papa Francesco nell’attualità dell’ultima settimana.
1. Primo scontro diretto tra Israele e Iran per un drone di Teheran che avrebbe violato lo spazio aereo ebraico.
2. F16 israeliano, nella quasi quotidiana successione di raid sulla Siria via Libano, abbattuto dalla contraerei siriana con missile russo.
3. 100 militari governativi di Assad uccisi da raid Usa.
4. Bombardiere russo abbattuto dai ribelli siriani anti Assad con missile americano.
5. Turchia e la sua guerra nazionale contro i curdi siriani YPG con probabile arruolamento di ex Isis riciclati.
6. Ex Isis ed al-Qaeda ancora in campo con loro formazioni ufficiali, e supporti jihadisti inconfessabili anche ad occidente.
7. Mentre gli esperti ammoniscono, se questa escalation non si ferma subito, lo scontro si allargherà rapidamente anche al Libano.

International Crisis Group

36 pagine di analisi dell’International Crisis Group costate mesi di lavoro: «Israele, Hezbollah e Iran: prevenire un’altra guerra in Siria». Bastava aspettare di vedere cose è accaduto ieri in Siria per risparmiare tanta fatica. Prevedere a ridosso dei fatti è zero vantaggio. Capire le ragioni per aiutare a risolvere potrebbe essere la sola utilità.
La mappa dei conflitti tra Iran e Israele
Il quesito è semplice: che cosa c’è di nuovo? Il responso premonitore e allarmante: Crisis Group con buone fonti: «Il conflitto siriano fa presagire un’escalation con Israele. Mentre il regime di Assad sta prendendo il sopravvento, Hezbollah si espande verso il Sud del Paese e l’Iran cerca di aumentare le capacità militari dei suoi alleati, così gli israeliani temono sempre di più che la Siria stia diventando una base iraniana».

Da Gerusalemme

Secondo Davide Frattini, corrispondente da Gerusalemme del Corriere della Sera, la calma relativa seguita ai 34 giorni di guerra in Libano nell’estate del 2006 degli israeliani contro il gruppo sciita libanese sembra destinata a fracassarsi. Assente personalmente da quella ormai lontana guerra, le valutazioni toccano ad altri. Equilibri di forza tra Israele ed Hezbollah che oggi appaiono erosi. Forse troppa guerra ad addestrare gli sciiti, forse troppe armi sofisticate ereditate. regole del gioco che hanno contenuto gli scontri Israele-Hezbollah per oltre un decennio sono ormai erose. Nuove regole, dice Frattini, ma in attesa del forse o del mai, «Per una guerra allargata basta un errore di calcolo».

Nel 2011 troppi calcoli sbagliati

Nel 2011, quando le prime manifestazioni in Siria nel 2011 diventano rivolta e guerra, il governo Netanyahu aveva deciso una strategia di attesa, certo che la sorte di Assad fosse segnata. Sette anni dopo i conti israeliani non tornano e, peggio, Assad è ancora in sella grazie all’aiuto decisivo di Hezbollah -divenuti nel frattempo un vero esercito- e all’arbitro assoluto russo che ha preso il ruolo dei loro tutori americani.

Per l’International Crisis Group, gli israeliani sono costretti a rincorrere per contrastare il deterioramento della loro posizione strategica. Paure di nuovi armamenti iraniani alle milizie libanesi. Convogli bersaglio di raid continui anche se mai ammessi da Tsahal, la difesa israeliana. Ma non basta certo a rassicurare Gerusalemme, con Netanyahu più volte a Mosca o a Sochi da Putin. Col presidente russo impegnato nella quadratura del cerchio tra le diverse coalizioni combattenti e una Siria unitaria da garantire nelle mani di Assad.

La fine dell’Isis è l’inizio del peggio?

Il problema è, a volersi fidare degli studiosi, in questo caso il Crisis Group, che la prossima guerra tra Israele, Iran, Hezbollah avrà come campo di scontro proprio la Siria -e già sta avvenendo-, per poi allargarsi al Libano. ‘Seconda guerra siriana’, come ama chiamarla Umberto De Giovannangeli, esperto di Medio oriente, sull’Huffington Post, sempre più una guerra globale che vede impegnate direttamente potenze regionali e globali: Usa, Russia, Turchia, Israele, Iran, con l’aggiunta degli Hezbollah libanesi e, nella Coalizione anti-Assad a guida statunitense, l’Arabia Saudita e le milizie curde siriane dell’Ypg.

Di fatto, l’internazionalizzazione della guerra siriana non più per procura, ma con la partecipazione diretta dei vari attori. Ognuno dei protagonisti ha i suoi interessi che non sempre coincidono con quelli dei propri alleati: la Turchia, ad esempio, non vorrebbe Assad in parallelo agli Usa, ma ora il suo maggiore interesse è quello di sconfiggere le milizie curde siriane, armate dagli Usa, ad Afrin. Prima bloccare un Grande Kurdistan e poi decideremo se rimanere alleati Nato con gli Usa o se mandarli oltre Atlantico. Insomma, sempre e solo Mosca protagonista e arbitro impegnata a regolare l’intreccio anche degli scontri armati.

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