La macchina degli abbracci, l’amore e l’autismo
Una macchina per gli abbracci. Una gabbia che si stringe e ti protegge senza la minaccia di un rapporto umano. Come l’arla, la gabbia usata dal veterinario per le mucche che le calma e le aiuta. Una diciottenne autistica che aiuta prima se stessa e poi, divenuta docente universitaria, cerca di suggerire come, ‘se ti abbraccio non aver paura’.
L’amore al tempo dell’autismo… “Autismi, meglio si dice. Perché molto ampia è la variabilità nello sviluppo delle manifestazioni del disturbo (più diffuso di quanto si pensi… anche se i dati sono piuttosto eterogenei, si può parlare di un’incidenza di 1/130)… la variabilità anche nei gesti dell’amore…”.
Francesca de Carolis incorreggibile portatrice di temi onerosi con parole lievi.
Che ovviamente l’autismo lo fa passeggiare anche in carcere.
“Ascolta i miei passi”, l’invito. Rimando alle parole di Pirandello: “Ascolta i miei passi. Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere mettiti le mie scarpe, percorri il cammino che ho percorso io. Vivi il mio dolore, i miei dubbi, le mie risate. Vivi gli anni che ho vissuto io e cadi là dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io”.
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