Netanyahu, potere favori tangenti

Che Netanyahu, non abbia il dono della simpatia, lo riconoscono anche i suoi sostenitori in Israele. Sempre di meno, a quanto sembra. Che sia uomo dell’ultra destra religiosa ebraica è dato storico, piaccia o non piaccia. Che Benjamin Netanyahu sia anche ladro e corrotto, dal sospetto degli antipatizzanti, sta diventando atto d’accusa ufficiale. Ed Israele si scopre al centro di una nuova tempesta in casa.
La quasi Intifada per l’azzardo Usa su Gerusalemme capitale, i raid quasi quotidiani in Siria contro hezbollah e iraniani, la minaccia di nuove operazioni militari al confine libanese, la decisione di espellere buona parte di 40 mila migranti africani. Peggio: la prossima settimana la polizia potrebbe chiedere ai giudici di incriminare ufficialmente il primo ministro Bibi Netanyahu.

Anzi, in via semi ufficiale lo ha già fatto. L’altra sera, il capo della polizia Roni Alsheich ha deciso che la settimana prossima “raccomanderanno” al procuratore generale di incriminare il primo ministro almeno in uno dei 3 casi di possibile corruzione in cui Netanyahu è sotto inchiesta da mesi. E il generale Alsheich lo ha raccontato in televisione nel programma “Uvda” (i fatti).
Peggio, il superpoliziotto ha denunciato «forze molto potenti che hanno provato a fare spiare la nostra inchiesta», investigatori privati o uso privato di spie pubbliche, che seguissero il lavoro della polizia. A sua volta la polizia israeliana avrebbe seguito queste spie ufficiose o ufficiale che fossero, e avrebbe delle prove sulla loro attività.

Effetto ventilatore in diretta tv. Il discusso premier è al centro di ben 3 diverse inchieste di polizia. Sono state battezzate “caso 1000”, “caso 2000” e “caso 3000”. Nel “caso 1000” il premier è sotto accusa per aver ricevuto regali per migliaia di shekels da un potente produttore cinematografico in cambio di raccomandazioni tutto sommato marginali.
Arnon Milchan è un grosso produttore di Hollywood di origine ebraica, un uomo ricco e di successo, con un passato di agente segreto, che ha prodotto fra gli altri “Pretty woman” e “C’era una volta in America”. L’uomo però non aveva un visto di residenza stabile negli Usa. Per aiutarlo, Netanyahu intervenne tre volte di persona con l’allora Segretario di Stato John Kerry.

A pesare, in realtà, la costosa gratitudine del regista. Per 6-7 anni, nelle ricostruzioni dei poliziotti, Milchan ha letteralmente inondato la casa di Netanyahu di cassette di vini, champagne e di scatole di sigari pregiatissimi. Il premier ha sempre detto che “erano regali fra amici”, ma da pochi giorni è venuta fuori una testimonianza imbarazzante.
La moglie del premier, Sarah, nel settembre scorso incriminata per frode e abuso di fiducia dal procuratore generale di Israele, Avichai Mandelblit, per spese pazze coi soldi dello Stato, chiedeva alla segretaria di Milchan di far consegnare gli omaggi in scatole ben chiuse, sigillate e da cui non fosse possibile individuare il contenuto. Trasformando questi regali, agli occhi dell’opinione pubblica israeliana, in qualcosa che andava al di là dei semplici regali.

Il “caso 2000” è leggermente più imbarazzante: Netanyahu qui avrebbe manovrato per far passare provvedimenti governativi a favore del giornale della free press ‘Israel Hayom’, il fenomeno editoriale degli ultimi anni in Israele. Questo contro gli interessi di un altro grande giornale moderato in Israele, ‘Yediot Aharonot’.
In questa inchiesta Netanyahu è sospettato di aver aiutato l’editore di Israel Hayom, il milionario Sheldon Adelson, per garantirsi una copertura favorevole, a costo di danneggiare il giornale rivale. Netanyahu quindi non avrebbe incassato denaro, ma favori politici o giornalistici, comunque un comportamento su cui probabilmente i giudici saranno chiamati a decidere. Anche qui, ‘vizietto’ quasi italiano, a voler essere generosi.

Il caso più serio è invece il “3000”, quello della vendita di sottomarini tedeschi Dolphins a Israele. Il caso implicherebbe il pagamento di vere e proprie tangenti, anche consistenti, coinvolge un legale molto vicino al premier e soprattutto riguarda una questione di sicurezza Nazionale. Tangenti per armi che servono a difendere Israele, da quelle parti non vengono facilmente perdonate.
Nel settembre 2017 la polizia ha arrestato l’ex capo dello staff del premier, David Sharan. Con lui sono stati fermati e interrogati un ex capo della Marina israeliana, l’ex capo di una unità di commando della marina e un ex ministro. L’inchiesta difficile fra mille difficoltà con giri di denaro molto accorti e dissimulati.

In attesa di qualsiasi atto giudiziario, è intanto bagarre politica. Netanyahu ha messo in dubbio che l’attuale vertice della polizia sia in grado di investigare serenamente su di lui. Likud e i partiti che sostengono il governo, parlano di “un colpo di stato della polizia contro Netanyahu”. Immediatamente l’opposizione si è schierata dalla parte della polizia, contro Netanyahu.
Avi Gabbay, leader dei laburisti: «neppure il peggior criminale avrebbe trattato la polizia come ha fatto Netanyahu». Ehud Barak, ex premier laburista ed ex ministro della Difesa proprio con Netanyahu parla di «attacco isterico contro il capo della polizia. Stress e isteria guidano l’azione politica di Bibi. E’ impossibile che continui a guidare il paese in queste condizioni».

Altri Articoli
Remocontro