Missioni militari italiane 2018: +Africa -Afghanistan e Iraq

Parlamento in uscita a decidere sulla missione militare italiana di maggior interesse nazionale degli ultimi anni che deve partire. Contraddizioni del calendario politico istituzionale. Ultimissimo atto del Parlamento prima del voto del 4 marzo, ed ecco che la missione in Niger piomba sulla campagna elettorale per le politiche 2018, con scontri cruenti. Speriamo non sia così sul campo.

In Niger

L’impegno finanziario della missione. Previsti 150 milioni di euro l’anno, compensati parzialmente dal ritiro di una parte del contingente in Iraq e in Afghanistan. Missione ufficialmente anti terrorismo, ufficiosamente, ridurre i flussi di migranti dall’Africa, anche se nessuno ci ha ancora spiegato come dovrebbero farlo in nostri militari schierati lungo le piste del deserto del Sahel.

Battaglia elettorale

Proposta strategica da intelligence, risposta politica da campagna elettorale. Forza Italia sta col governo, comunione di intenti tra Pd e Forza Italia proprio a ridosso di un voto che li vede formalmente avversari. Problema Lega. Di certo, il voto dell’aula su una materia così calda scombina i piani del centrodestra e del Pd a poche settimane dal voto per le politiche 2018.

CAMPAGNA D’AFRICA
2018 CONTI IN TASCA

La Libia, dove continuerà l’addestramento della guardia costiera, sarà affiancata dal Niger, paese di transito nelle rotte migratorie e crocevia dei traffici trans-sahariani, e dalla Tunisia. Politica estera, interessi nazionali strategici e di sicurezza, ma anche tanti soldi: per coprire le missioni internazionali da avviare quest’anno, per il periodo gennaio – settembre, è stimato in 83 milioni.

Le nuove missioni

1 Libia. Quella che dovrebbe costare di più è l’operazione di assistenza e supporto al Governo di Accordo nazionale libico: fino al 30 settembre, saranno coinvolte al massimo 400 persone per un costo complessivo di 34.982.433 euro.
2 Niger. Al secondo posto, l’operazione in Niger, che interesserà anche di Mauritania, Nigeria e Benin. Fino a 120 persone nei primi sei mesi dell’anno, che saliranno a 470 entro la fine del 2018. Impegno finanziario previsto: circa 30 milioni di euro.
3 Air Policing. Al terzo posto, la partecipazione all’Air Policing Nato per la sorveglianza dello spazio aereo dell’Alleanza. 250 persone coinvolte, impegno di circa 12 milioni e 586mila euro.
4 Tunisia. Al quarto posto torna l’Africa con l’operazione in Tunisia sotto l’ombrello Nato. Coinvolte 60 persone, spesa quattro milioni e 900mila euro.
5 Centrafrica e Marocco. Seguono, in coda, la missione Ue nella Repubblica Centrafricana ( 324.260 euro) e Minurso, egida Onu in Marocco (302.839 euro, per due persone coinvolte).

Costose e discusse vecchie missioni

La fotografia delle missioni in corso: Iraq, Libano e Afghanistan
Consiglio dei ministri, 28 dicembre, nella calza della Befana, ‘fabbisogno finanziario’ per mantenere le missioni ereditate dal 2017 e molto prima ancora.
1) 162 milioni per l’Iraq
2) 102 milioni per Unifil in Libano
3) 101 milioni per l’Afghanistan
4) 63 milioni per l’operazione Mare sicuro
5) 30 per l’operazione navale Ue Sophia

La nemica Russia

Nel gruppo di testa delle operazioni più costose anche la Lettonia, con la proroga della partecipazione di personale militare italiano al potenziamento della presenza della Nato nel Paese contro la presunta minaccia militare russa.
La ‘Enhanced Forward Presence’. Fabbisogno finanziario: 14.626.024 euro.

Togli di qui aggiungi di là

L’idea è quella di spostare uomini da una missione all’altra.
a. Afghanistan, contingente nazionale a 700 unità entro la fine del 2018, con un decremento rispetto al 2017 di 200 unità.
b. Iraq, prima parte dell’anno riduzione di circa 250 unità (di cui 180 a Mosul) e parte degli elicotteristi. Seconda parte dell’anno, ritiro di circa 450 unità di addestramento e del dispositivo aereo.
c. Kosovo Somalia e frammenti di mondo. Mancano i dettagli finanziari di altre missioni italiane in alcuni casi quasi ‘storiche’, come l’antipirateria lungo le coste della Somalia e sopratutto, le missione Eulex/Onu in Kosovo, su cui l’Italia dovrebbe forse interrogarsi.

AVEVAMO DETTO

Missioni militari italiane all’estero, più di un miliardo

 

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