
Sul tema delle banche c’è bisogno di fare chiarezza informativa. L’ultimo episodio che ha riguardato la commissione parlamentare d’inchiesta e l’audizione del presidente della Consob, Vegas, rischia di diventare una colossale operazione di “disinformazia” per stornare l’attenzione della pubblica opinione dal problema vero. Dal fatto, cioè, che dal 2007 poi, e con maggiore virulenza dal 2011, il sistema bancario è stato investito da una crisi senza precedenti, paragonabile, forse a quella del 1929, dalla quale si è usciti con la legge bancaria del 1936 che, in pratica, ha nazionalizzato le banche italiane.
“Fate qualcosa”, disse un Mussolini molto preoccupato ad un manipolo di economisti convocati a palazzo Venezia. Ecco, la situazione attuale avrebbe richiesto qualcosa di simile, anche se non c’erano le condizioni politiche. I governi, dall’ultimo Berlusconi in poi, non lo hanno fatto. Qualcuno si è spinto a dire che “il sistema bancario è solido e non necessita di interventi”. Lo abbiamo visto!
Alla fine, con l’acqua alla gola, il governo Renzi è intervenuto con varie leggi e mettendo soldi veri sul tavolo, ma il danno era già fatto. Principalmente, ad opera di quelli che lo avevano preceduto. Fa rabbia, perché con gli stessi soldi che sono serviti per mettere in sicurezza il Monte Paschi si sarebbe creata una bad bank di sistema con la quale sopperire alle necessità contingenti. Ed evitare, principalmente, quelle nazionalizzazioni che altri, in Europa e negli Stati Uniti, hanno realizzato usando fiumi di denaro.
RemoContro lo aveva scritto anni fa ma è rimasta lettera morta. Eppure, l’esempio della Sga, la Società per la gestione degli attivi, con la quale era stato salvato a suo tempo il Banco di Napoli, era lì pronto per essere seguito. Invece, si è perso tempo prezioso, che ha comportato una straordinaria distruzione di ricchezza. O meglio, come avviene nell’economia di carta (quella finanziaria, insomma) la ricchezza è passata, o sta passando, dalle mani di molti (investitori e risparmiatori) a quella di pochi soggetti, molti di essi stranieri. Principalmente, fondi di investimento che stanno acquistando a piene mani ed a poco prezzo i crediti problematici delle banche.
Per valutare il vantaggio che ne ricaveranno, basti pensare che la SGA (la ‘Bad bank per il Banco di Napoli), alla fine ha incassato circa il 90% dei crediti giudicati inesigibili. Gli stessi crediti che oggi le banche sono spinte a cedere troppo velocemente (su indicazione di organismi europei) tra il 17% ed il 30% del valore. Ma non è finita. Con le risoluzioni bancarie, a partire dalla famosa Banca Etruria (poca cosa rispetto al marasma di cui stiamo parlando), centinaia di migliaia di azionisti e obbligazionisti sottoscrittori di bond junior (diciamo, non garantiti) hanno visto sfumare i loro risparmi dalla sera alla mattina.
Così va nel mondo capitalistico contemporaneo, direbbe qualcuno, ma non è così. Ci sono delle responsabilità, eccome! A parte la terribile crisi economica, che nessuno può chiamare in tribunale. Parliamo di manager bancari e consigli di amministrazione che hanno operato al limite della legge e con grande spregiudicatezza, di organismi di controllo come Consob e Banca d’Italia che in questi anni non hanno neanche acceso un canale di comunicazione costante (come avrebbero dovuto), di governi inani, di parlamentari incapaci di capire le implicazioni di quello che stavano approvando in Italia ed in Europa.
Sembrerebbe, adesso, leggendo certi giornali e seguendo molti talk show televisivi, che la colpa di tutto questo sarebbe della famiglia Boschi, che magari qualche ingenuità l’avrà commessa, ma non può aver fatto tanto danno. E’ un caso specifico, circoscritto, che come tale va trattato. Tutto il resto, che è moltissimo, a chi lo addebitiamo? Restiamo in attesa di sviluppi.