
Una notizia che quasi sfuggiva tra altre concitazioni internazionali. Operazione «Blue Flag 2017». Israele si addestra a una guerra con l’Iran assieme agli aerei di Stati Uniti, Italia e Germania. Nella immagine di copertina, un jet israeliano si alza in volo durante le esercitazioni congiunte con Usa, Germania, Francia, Italia, Polonia, India e Grecia nel deserto del Negev. Manovre militari di massa nel segreto che solo Israele riesce sempre e garantire.
Per la prima volta da sempre -rileva Francesco Nigro su Repubblica- l’aeronautica israeliana ha organizzato esercitazioni aeree con paesi alleati che non sono segrete, che sono state aperte ad altri sette paesi e che soprattutto sono organizzate per simulare una eventuale guerra contro Hezbollah o l’Iran in cui potenzialmente potrebbero intervenire anche i caccia dell’aviazione russa. Ed è forse proprio per propagandare il bersaglio ipotetico l’esibizione.
Nella base aerea di Uvda, nel deserto del Negev, fino al 16 novembre sono state schierate decine di aerei di Stati Uniti, Italia, Francia, Germania, Grecia, Polonia e perfino India, la superpotenza asiatica che è diventato un altro alleato militare a sud del colosso saudita. Più dell’importanza militare della ‘Blue Flag 2017’, è il carattere politico dell’operazione che risalta. Sino a ieri Israele ha condotto esercitazioni militari sopratutto con gli Stati Uniti.
Nel settore aeronautico anche l’Italia negli anni è stata un partner importante, anche se molto nascosto, sopratutto in casa nostra. Jet israeliani molte volte hanno volato fino in Sardegna, per addestrarsi per esempio nel poligono sardo di Decimomannu. Questa volta la vera novità nella base di Uvad gli Eurofighter con la croce nera nella della Luftwaffe. Una presenza sempre delicata per il paese che porta ancora sulle sue spalle il peso dell’olocausto.
Altra novità il fatto che quest’anno le esercitazioni non sono state tenute segrete, ma anzi l’ufficio stampa dell IDF, l’Israeli defence forces ha aperto ai giornalisti la base facendo gran cassa. Un uso ‘politico’ dell’esercitazione -le minacce anti Iran guardando al Libano- non riduce la sostanza militare. 40 aerei stranieri e 30 jet israeliani, formazioni contrapposte, simulazioni impostate dagli americani. E qualche segreto di operazioni di volo che passa di mano.
Problema. Tutta questa attività militare segnala che i governi dei diversi paesi hanno deciso di dare luce verde a qualcosa che in passato non era stato mai fatto, almeno da noi in Italia, per non apparire sbilanciati a favore di Israele contro i paesi arabi. Se l’Italia in segreto si è sempre esercitata con Israele (perfino nel settore dei sommergibili), la Francia filo-araba partecipa per la prima volta a operazioni del genere. Ora problemi con Iran e in Libano.
L’altra faccia della medaglia -Nigno e molti analisti d’accordo- esercitazioni conferma che il clima in tutto il Medio Oriente sta peggiorando rapidamente. Da quando l’Iran è avanzato in Siria fino ad arrivare praticamente ai confini di Israele e da quando l’Arabia Saudita ha iniziato a reagire con qualche azzardo, vedi Yemen e Qatar, le prospettive di soluzioni politiche si riducono. E una nuova guerra in Libano fra Israele ed Hezbollah per molti diventa inevitabile.