L’Arabia saudita spinge Israele alla guerra con l’Iran?

Daniel B. Shapiro è stato ambasciatore statunitense in Israele e direttore per il Medio Oriente nel Consiglio di sicurezza nazionale, durante l’amministrazione Obama. Ora Shapiro, dalla pagine del prestigioso quotidiano israeliano Haaretz, lancia un allarme al mondo.
«Is Saudi Arabia Pushing Israel Into War With Hezbollah and Iran?»
È l’Arabia Saudita a spingere Israele in guerra con Hezbollah e l’Iran?
L’ex ambasciatore Usa in Israele teme che l’Arabia saudita con i suoi nuovi leader impazienti di consolidare il loro potere stiano manovrando per spingere Israele a entrare in guerra contro Hezbollah in Libano e contro l’Iran. E tutti sanno che basta una piccolissima provocazione o un errore di valutazione a scatenare il nuovo massacro.

Re Salman e il principe ereditario

Tutto ciò mentre il sempre più potente erede al trono saudita, il principe Mohamed bin Salman, ha dato un altro un giro di vite in Arabia Saudita, ufficialmente contro l’illegalità, colpendo anche suoi parenti, forse scomodi. Arrestati 11 principi, membri della sterminata famiglia reale, 4 ministri in carica e decine di ex ministri. Lo ha reso noto la rete saudita Al Arabiya. A settembre l’arresto di una ventina di persone, inclusi influenti religiosi del clero wahabita, l’interpretazione più settaria dell’ Islam sunnita. Nelle mani del giovane erede al trono, di fatto i tre ministeri che controllano le armi e che racchiudono il potere: la Difesa, l’Interno, e la Guardia nazionale. Salvo colpi di stato.

Daniel Shapiro e Haaretz
Dunque, l’Arabia Saudita del giovane Mohamed bin Salman, già impelagata nel massacri perdenti nello Yemen, spinge Israele in guerra con Hezbollah e l’Iran?
Segnali. Le dimissioni del premier libanese Hariri aumentano l’instabilità sul fronte israeliano con Hezbollah. La sua partenza denuncia l’aggravarsi delle tensioni tra l’Arabia Saudita e l’Iran in tutta la regione, con implicazioni significative per Israele, denuncia l’ex ambasciatore Usa.
Hariri da sempre vincolato ai suoi ‘protettori’ sauditi che lo avevano sostenuto nel sistema politico multi-settario libanese e durante la guerra civile. Anche con un sostegno finanziario all’impero commerciale di Hariri.

Per Hariri dai sauditi, «un’offerta che non poteva rifiutare»

«The Saudis made him an offer he couldn’t refuse».
‘Re Salman bin Abdulaziz al-Saud e suo figlio Principe Mohammed bin Salman determinati a contestare l’Iran dallo Yemen, alla Siria al Libano’, scrive Shapiro. Ma il dominio Hezbollah sulla politica libanese è aumentato. Nonostante il continuo sostegno statunitense alle forze armate libanesi. E la guerra in Siria ha facilitato il trasferimento delle armi iraniane nelle mani di Hezbollah. Mentre il futuro di Assad è stato assicurato dalla ‘sponsorizzazione russa e iraniana’, i combattenti Hezbollah sono ritornati a casa in Libano e la loro leadership è tornata a concentrarsi sulle battaglie interne libanesi. Con Hariri figlio a rischio di vita come il padre.

Libano polveriera coi milioni di rifugiati siriani potenziali bacini di arruolamento per Al Qaeda e Isis. E, come indicano gli arresti di questa settimana dei principi sauditi -annota l’ex diplomatico Usa- Re Salman e MBS hanno poca pazienza per stabilire l’ordine desiderato.
«I leader israeliani si sono preparati per la prossima guerra con Hezbollah dal 2006. L’incremento dell’Iran in Iran la regione fa capire che, anche più dell’ultima guerra, sarà una lotta per ridurre la minaccia iraniana alle frontiere di Israele. Israele e Arabia Saudita sono completamente allineati in questa lotta regionale».

Ad allarmare veramente l’ultima considerazione di Shapiro. Una scintilla qualsiasi, facile, e «Quando arriverà il momento della verità, gli alleati di Israele, con gli Stati Uniti in testa, dovrebbero dare pieno sostegno».
«But Israeli leaders will want to take care not to find themselves backed into a premature confrontation by the maneuvers of their allies who sit in Riyadh». I leader israeliani chiamati a fare attenzione per non trovarsi coinvolti in un confronto ‘precoce’ sulla spinta degli azzardi sauditi.

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