
Sventolio di bandiere per lo meno curioso. Trovarne una azzurra è un’impresa. Pure questa, con un interno giallo, dovrebbe essere quella ufficiale. Abbondanza di bandiere albanesi di un’Albania che si vorrebbe “grande”. Numerose le bandiere Usa, come nella locale base militare di Camp Bondsteel, missili puntati contro eventuali vicini antipatici a ricordarci che tra i vicini più vicini ci sta l’ Italia. In compenso a Mitrovica, enclave serba, si grida “Russia Russia” come fece la minoranza del parlamento belgradese nell’accogliere una Mogherini targata Ue.
Ma oggi nelle istituzioni l’aria è un po’ diversa: a Belgrado il premier Vucic pare essere riuscito nel fare abbassare i toni dell’opposizione nazionalista. Meno acquiescenti i pensionati, che hanno visto un taglio delle loro pensioni accompagnato però dai ringraziamenti di un premier poco gradito, ma che quanto a stile la Fornero se la mangia.
Ma è soprattutto sul versante albanese che paiono esserci novità. Il premier di Tirana, Edi Rama, che aveva convocato un Tavolo tipo Grande Albania, con le diaspore albanesi dei dintorni, ha detto che, se la Ue si dimostra affabile, lui li scarica come niente fosse. Ma è nei palazzi di Pristina che si registra qualcosa di nuovo.
Il traballante neo premier kosovaro Haradinaj, dal passato assai discusso ed esponente di un Partito definito amichevolmente Partito della guerra, si allea con la Lista dei serbi, cui consegna tre dicasteri e la golden share del suo governo. Dopo di che intercala il suo discorso con due o tre frasi in serbo, assolutamente inedite dalle sue parti.
Quale l’arcano.
Probabile che determinanti siano le condizioni economiche disastrose del Kosovo. Segnalati bus stracolmi di gente in fuga, sulla linea Pristina Belgrado. Vaglielo a spiegare che sono “solo” migranti economici. I serbo kosovari probabilmente si fermeranno a Belgrado e dintorni. I kossovari albanesi proseguiranno, destinazione mitteleuropa o magari Italia. Visti i precedenti, non impossibile un reclutamento dalle parti dell’Isis. Buona fortuna, a tutti, noi compresi.