Times: ‘Roma paga i trafficanti per fermare gli sbarchi’

L’accusa è netta e grave, in qualunque lingua la giri. «Rome paying Libyan traffickers to stem flow of Med refugees». Roma avrebbe pagato i trafficanti di esseri umani in Libia per fermare il flusso di migranti. Lo scrive Tom Kington dall’Italia riprendendo l’agenzia di stampa ‘Middle East Eye’ che cita ‘fonti libiche’. L’Italia è sospettata di aver pagato 5 milioni a trafficanti libici per fermare il flusso di migranti attraverso il Mediterraneo per un mese. Sempre secondo il quotidiano conservatore britannico, ciò coinciderebbe con la diminuzione dell’86 per cento del numero di migranti partiti dalla Libia questo mese.

Il report collega la notizia ad imprecisate ‘European intelligence agencies’ (un ‘piacerino’ non da poco, se confermato, ai colleghi italiani), e dice del pagamento di quei 5 milioni avvenuto dopo una riunione a Sabratha, a ovest di Tripoli, tra le spie italiane e membri della milizia Anas Dabbashi, che è coinvolta nella tratta di esseri umani. Il capo della milizia, Ahmed Dabbashi, avrebbe chiesto agli italiani anche un hangar per il suo quartier generale, per fermare il traffico. Le rivelazioni giungono a ridosso della riunione chiave a Parigi tra i leader africani e l’UE sulla riduzione del flusso di migranti, e questa non sembra una ‘cortesia’ casuale.

Tom Kington concede che l’eventuale accordo con i trafficanti non spiega il motivo per cui i numeri dei migranti giunti dalla Libia in Italia sia caduto anche in luglio del 51 per cento. L’Italia, viene ricordato, ha addestrato ‘le guardie costiere libiche’, mentre il ministro degli Interni Marco Minniti ha incontrato sabato a Roma un gruppo di sindaci libici per discutere su come si può investire nell’economia nordafricana, ‘per fornire un’occupazione alternativa al redditizio business del traffico dei migranti’, spiega testualmente il Times.

«A spokeswoman for the Italian intelligence services», una sorprendente e sino a ieri ignota ‘portavoce dei servizi segreti italiani’ ci dice il Times, l’Aise si deve presumere, che ha rifiutato di commentare il pagamento di 5 milioni. Il rapporto, sempre da fonti libiche, dice che i trafficanti stavano progettando di riprendere le attività il prossimo mese, usando barche in legno invece di quelle gonfiabili. Barche più robuste poiché le navi volontarie di soccorso che aspettavano fuori delle acque libiche di intercettare i gommoni si sono in gran parte ritirate dopo essere state minacciate dalla guardia costiera libica.

Veleno politico finale con annotazione però inoppugnabile. «The reduced migration comes as a relief to the Italian government, which faces growing opposition as elections due in May draw closer». Il calo della spinta delle migrazioni accolta con sollievo dal governo italiano, che affronta una crescente opposizione sul tema, mentre si avvicinano le elezioni politiche di maggio. Rivelazioni calibrate anche quelle del Times, viene da rilevare, arrivate non a caso, assieme alle rivelazioni di ‘European intelligence agencies’, per ‘favori’ forse da restituire e ‘ringraziamenti’ che prima o poi torneranno ai destinatari. Cosa da spie.

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