Stato Islamico predatore mutante

Scenari e modalità che apparentemente si ripetono, certamente nell’orrore insensato di morti innocenti, ma che il realtà mutano di volta in volta, mostri che crescono alimentandosi dalle stragi precedenti, per rendere ancora più ferale la prossima. Secondo Guido Olimpio, Corriere della Sera, la strage di Barcellona ci porta sei messaggi.
Il primo, il più importante, ci dice, ci conferma, che lo Stato Islamico è predatore mutante e adattabile che cresce e muta sulla base delle circostanze e delle iniziative dei protagonisti degli attacchi.
Basta ‘Lupi solitari’: azione individuale ma non solitaria, mentre cresce quella che Olimpio chiama «cellula ibrida organizzata».

Cellula ibrida organizzata
Un insieme di elementi, non sempre addestrati e a volte pasticcioni, che partono all’assalto, è la descrizione più esatta. Terroristi spesso privi di capacità militari, esperienze guerrigliere certamente minori di quelli che hanno agito a Parigi 2015, ma che cercano di emularli con le armi che hanno.
Esplosivo fai da te, veicoli-ariete e i soliti coltelli, come a Tuku, ieri, in Finlandia.
Nella città catalana intendevano usare delle bombole di gas a bordo dei furgoni, ci ricorda Olimpio. Una evoluzione che è probabile diventi una tendenza, inventando metodi sempre più distruttivi. Da valutare se questa ‘ricerca’, questa ‘evoluzione’ del progetto terrorista sia elaborazione della cosiddetta ‘Casa madre’, Islamic State o Isis che uno preferisca, o affidata all’intraprendenza dei singoli che vogliono superare chi li ha preceduti.

Fratelli, congiunti, amici
Secondo elemento osservato. Il nucleo è composto da fratelli, congiunti e amici. Di frequente hanno precedenti penali per reati comuni. Spesso il gruppo è locale, legato a un luogo specifico dove vive, lavora, trova ospitalità. Il vincolo familiare come miglior difesa contro l’infiltrazione, mentre il legame di sangue accompagna una radicalizzazione rapida.
Terzo elemento da trarre: la determinazione come valore prioritario, agire comunque, ad ogni costo. L’altro ieri in Spagna: la distruzione del covo di Tarragona non li ha fermati, ma li ha spinti a lanciarsi col furgone sulle Ramblas. Altri hanno sfidato gli agenti a Cambrils. Avevano preparato piani alternativi. Perché, e qui esce la ‘casa madre’, come predica il Califfo, l’importante è passare all’azione, i risultati verranno. Lo stesso modus operandi messo in atto all’aeroporto di Bruxelles, osserva Olimpio, solo che in quel caso avevano la potente «madre di Satana», l’esplosivo letale realizzata in casa.

L’emulazione verso il martirio
Alcuni militanti ‘spagnoli’, quelli a Cambrils, indossavano finte cinture esplosive, forse per intimorire la polizia ma assieme con la certezza di farsi uccidere indossando il simbolo del kamikaze. Scopertamente attacco suicida. Missioni sacrificali da cui non si torna a casa. Una dei modi per portare avanti l’idea dello shahid, del martirio. C’è chi attiva il detonatore della cintura esplosiva e chi aggredisce un gruppo di soldati per uccidere ma sapendo di una reazione e di una morte di fatto certa.
Lo Stato islamico potrà usare il suo sacrificio come esempio per la propaganda, altri imiteranno e introdurranno delle varianti operative -magari low cost, suggerisce il Corriere- che renderanno più difficile il compito della polizia nel prevenirlo.

Il mito della sconfitta
L’Isis più di al Qaeda ha preparato i suoi al mito della sconfitta, partendo dalla possibile morte del Califfo. La perdita di Mosul o Raqqa usata per spingere i militanti alla riscossa. La caduta della roccaforte non è la fine, ma l’inizio. Parole d’ordine per mobilitare soprattutto gli estremisti rimasti in Occidente. La guerra non finirà presto, conclusione facile dell’analista.
Con una osservazione tecnica finale a sua volta poco rassicurante. Spontaneismo, terrorismo fai da te, cellule familistiche, ma anche azione militare complessa e progettata dal centro. Solo pochi giorni fa in Australia è stato sventato un attentato ad un jet passeggeri, con più persone coinvolte e una direzione centrale in grado di spedire fino a Sydney, via posta aerea, esplosivo di tipo militare.

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