
«Suprematisti bianchi», si definiscono. Quando si esaltano in gruppo, gridano «Heil Hitler» e cantano «gli ebrei non ci sostituiranno». Nazisti all’americana, razzisti anti neri soprattutto, con confusi resti ideologici attorno.
Fra slogan nazisti, i suprematisti bianchi hanno invaso la piccola e tranquilla città della Virginia da venerdì sera, ne sono seguiti scontri, arresti e infine tre morti e diversi feriti, e poteva essere strage ben peggiore, per un’auto lanciata sulla folla degli antirazzisti a travolgere ed uccidere.
Strage modello jihadista al servizio della follia americana.
Nella foto di copertina l’immagine drammatica dell’auto killer del suprematista bianco che travolge la folla cercando la strage.
«Unire la destra»
La tensione era salita nella mattinata, con gli scontri iniziati ancora prima che la manifestazione prendesse il via. La marcia, intitolata «Unire la destra», era stata indetta per protestare contro i piani di rimuovere una statua del generale Robert E Lee, pro schiavitù, che nella guerra civile Usa del 1861-1865 guidò le forze confederate. A decidere per la rimozione era stato il Consiglio comunale.
Scontri a disordini, sino all’attentato con l’auto killer.
Diverse ore dopo un elicottero della polizia con due persone a bordo si è schiantato a terra vicino Charlottesville.
Comodi ‘opposti estremismi’
Il mondo politico americano si è affrettato a condannare gli incidenti. Ma a ritardare, è stato invece il commento di Trump, nonostante il presidente sia un avido consumatore di news e produttore di tweet a raffica. La sua condanna è arrivata dopo ore, affidata a un solo tweet. «Non c’è posto per questo tipo di violenza in America» ha detto il presidente. Secondo Trump la violenza sarebbe arrivata «da più parti». «Condanniamo nei termini più forti possibili questa grande dimostrazione di odio, bigottismo e violenza su tutti i lati».
Ma la polemica sui tempi di reazione troppo lenti della Casa Bianca non si placa, soprattutto alla luce dell’appoggio degli estremisti di destra a Trump durante la campagna elettorale e la presenza nell’amministrazione del controverso stratega Steve Bannon.
Ku Klux Klan, ti abbiamo eletto
Nessuna condanna diretta di Trump ai suprematisti bianchi, eppure.. A puntare il dito contro Trump, per ragioni opposte, anche l’ex leader del Ku Klux Klan, David Duke: «Guardati allo specchio e ricordati che sono stati i bianchi americani a regalarti la presidenza».
«I suprematisti bianchi non sono dei patrioti, sono dei traditori. Gli americani devono essere uniti contro l’odio e l’intolleranza», ha affermato esplicitamente il senatore repubblicano John McCain, uno dei più forti avversari di Trump all’interno del partito.
Ted Cruz, altro senatore repubblicano: «I nazisti, il Khu Klux Klan e i suprematisti bianchi sono il diavolo e abbiamo l’obbligo morale di respingere la loro propaganda di bugie, intolleranza, anti-semitismo e odio».