
Eppure è finita l’ondata di caldo, ma qualche miraggio – apparizione vaga e indeterminata, che percepisci stringendo gli occhi verso l’orizzonte, ti vedo e non ti vedo – continua a turbare i nostri sensi obnubilati. C’eravamo distratti e nessuno, per esempio, si era accorto che nel lasciare il Pd per la scissione, un esponente dell’Mdp, o come si chiama adesso, fosse rimasto accomodato sulla sedia del governo Gentiloni.
Invece rieccolo Filippo Bubbico, viceministro dell’Interno.
Si è fatto intervistare dal Corriere per dire: che imprecisati “fattori esterni” devono avere consigliato Medici senza frontiere a sospendere i salvataggi, non già le minacce della Libia, che “non ci risultano”. Anzi: “non ci risultano direttamente”.
E non c’è stata alcuna retromarcia del governo sul Codice per le Ong… perché quando uno dapprima dice “accogliete le armi a bordo” e non permette il trasbordo di migranti da una nave che rischia di affondare a quella accanto e poi accetta armi e trasbordi come da “addendum” proposto e accettato da Msf, non cede, eh no, non fa retromarcia. Ma piuttosto: “lavora a un arricchimento del Codice” (c maiuscola) “con il contributo di tutti”, sì anche delle ONG, “a dimostrazione…” bla bla bla. Fattori esterni, non ci risulta direttamente, contributo di tutti…
Ci eravamo chiesti perché a sinistra del Pd tanti silenzi per le follie agostane del Viminale, e finalmente da questa apparizione del viceministro scissionista abbarbicato alla linea del suo ministro, incarnazione ministeriale delle più confuse metafore di Bersani e del più politicista Risiko dalemiano, abbiamo avuto, come dire, una convincente e sconfortante chiave di lettura. Ma è robetta elettorale, sono misere cose, al cospetto della sospensione dei salvataggi da parte delle ong (anche di quelle che avevano firmato il codice con la c minuscola, del ministro e del suo vice).
Gli umanitari, “estremisti” o no, dicono che il risultato dello scaricabarile tra Europa Italia e Libia è che ci saranno più morti affogati oppure più migranti deportati nei lager. Il ministro e il vicario non alzano un sopracciglio, perché questa tragedia forse “non risulta direttamente” al governo.