Non più il potere terzo della magistratura tra parlamento che fa le leggi e il governo che le applica, potere di controllo e di garanzia garantito dalla sua assoluta indipendenza. No, in Polonia, una destra fideista e forcaiola cresciuta attorno agli ultras cattolici di Radio Maryja e arrivata al governo, ha deciso che in Polonia sarà l’esecutivo, il loro esecutivo, a controllare tutto, e soprattutto quei potenziali rompiscatole di magistrati. Probabilmente persino ai tempi dei Soviet facevano finta che la magistratura fosse indipendente. L’Europa utile solo a dare soldi, ma senza dover rispettare regole, a partire dalle quote di migranti da accogliere, prima concordate e poi rinnegate.
Ma ora l’Ue s’è davvero arrabbiata, svela Le Monde
«L’Union européenne se dit prête à lancer la plus lourde procédure de sanction contre la Pologne Bruxelles. La procédure pourrait déboucher sur une suspension de ses droits de vote». Detta in italiano, a Bruxelles si sono finalmente arrabbiati. La Commissione aveva lanciato un primo avvertimento la settimana scorsa, chiedendo la sospensione delle controverse riforme della giustizia volute dal governo conservatore polacco, accusate di minacciare l’indipendenza della giustizia e contestate da imponenti manifestazioni di massa. Al punto da costringere lo stesso presidente polacco Andrzej Duda, espressione delle stessa formazione politica, e non firmare due delle tre leggi anti magistratura. Ma a Varsavia la coppia del leder politico Jarosław Kaczyński, e della primo ministro Beata Szydło, decidono lo scontro aperto.
Articolo 7 Ue, arma assoluta
Ora la Commissione, sostiene Le Monde, è pronta ad avviare immediatamente la procedura dell’articolo 7 del trattato UE,” ha avvertito M. Timmermans. In questo articolo del trattato UE, mai utilizzato prima, spesso descritto come “arma nucleare” tra le misure disponibili dell’UE contro uno dei suoi membri. L’articolo, che prevede comunque una procedura complessa, può portare ad una sospensione dei diritti di voto di un paese nel Consiglio dell’Unione, l’organismo composto di 28 stati membri. La Commissione ha dato un mese, da mercoledì, per adeguarsi alla ‘raccomandazione’ contro gli attacchi allo ‘stato di diritto’. L’esecutivo Ue ha anche annunciato l’avvio di una procedura di infrazione – una misura standard, che potrebbe portare a sanzioni pecuniarie – per la nuova legge sull’organizzazione dei tribunali comuni, contro la quale il presidente polacco non ha usato il suo veto.
Varsavia se la canta e se la suona
Varsavia reagisce con rabbia a nascondere la paura. Il portavoce del governo polacco, Rafal Bochenek, «Noi non accetteremo alcun ricatto da parte dei funzionari dell’Unione europea, in particolare un ricatto che non è sulla base di fatti. Tutte le leggi preparate dal Parlamento polacco sono coerenti con la Costituzione e le regole democratiche». Il governo che controlla la maggioranza del Parlamento si dice da solo che la legge è assolutamente ‘democratica e legittima’.
Ma di cosa stiamo parlando? Per farla semplice, ad esempio, che i membri della Corte Suprema, e del Consiglio giudiziario nazionale (il nostro Consiglio superiore della magistratura), siano scelti direttamente dal Parlamento. Insomma, che il controllato di scelga il controllore o una squadra l’arbitro.
Walesa: Kaczynski pericoloso, vuole farmi fuori
In una intervista a Repubblica l’ex presidente elogia la lotta non violenta della popolazione sulla giustizia che ha spinto il Presidente della repubblica a blocare due delle tre leggi “ma dobbiamo fermare la terza, restaurare la Corte costituzionale”. Ma Lech Walesa, padre della rivoluzione che portò la Polonia fuori dal comunismo, vede tanti pericoli. Governo Kaczyński, di fatto.
«Li conosco bene. Alcuni erano contro di me durante la lotta comune, altri si sentirono rifiutati nella transizione. Sono riusciti a unirsi e vincere le elezioni. Al potere sono pericolosi, decisi a lottare fino alla morte, per restare sempre al potere. Andiamo verso grandi sfide, la società dovrebbe togliere loro il potere al più presto. Non è facile. Difenderanno il potere con ogni mezzo, anche sparando».