Qatar Usa: terroristi da condividere

Il tuo terrorista è più terrorista del mio

Tra diplomazia e comiche, come da sommario. Il reietto Qatar, accusato da quei sant’uomini di sauditi e dintorni di finanziare il terrorismo che a loro non piaceva. Ognuno ha il suo terrorismo preferito da sostenere e il resto, da combattere. Ultimatum saudita e dintorni applaudito del presidente twittante Usa in chiave anti iraniana. Peccato che in Qatar gli Stati Uniti abbiamo la più grande base militare all’estero sul pianeta, base strategica per tutto l’Oriente. Mostrata qualche carta geografica all’ignavo, è toccato al segretario di Stato Rex Tillerson metterci una pezza.

‘Memorandum d’intesa tra Usa e Qatar’, scrivono le agenzia stampa. Firmato a Doha dal segretario di Stato americano e il padrone di casa, lo sceicco del Qatar Hamad Al-Thani. Ne ha dato notizia la televisione panaraba Al Jazeera del Qatar, che i nemici sauditi (e dintorni) vorrebbero fossa chiusa; fine delle trasmissioni neppure particolarmente ‘liberal’, ma così accade da quelle parti.
Tillerson mediatore assieme al Kuwait per mettere fine alla disputa tra il Qatar e Arabia Saudita, Bahrain, Emirati arabi uniti ed Egitto che accusano Doha di sostenere gruppi terroristici e, la vera ‘colpa’, di intrattenere relazioni troppo strette con l’Iran.

Segretario di Stato a metterci le pezze. Tillerson oggi sarà a Jeddah, città saudita sul Mar Rosso, per far digerire la figuraccia ai dirigenti sauditi. Perché va ricordato che l’avvio della crisi diplomatica contro il Qatar è avvenuto dopo l’abbraccio di Trump all’Arabia Saudita e il netto cambiamento di rotta dell’amministrazione Usa nei confronti dell’Iran, messo sullo stesso piano dell’Isis.
Contemporaneamente France presse rilancia la notizia che domani ci sarà un summit tra i ministri degli Esteri dei quattro stati del Golfo contro Doha, durante il quale ci sarà un incontro con lo stesso Tillerson. Ognuno nel tentativo di trovare un modo per salvare almeno la faccia.

Pessimista il britannico The Guardian. Rex Tillerson applaude il piano del Qatar, ma i rivali del Golfo rifiutano di togliere le sanzioni. Il memorandum con Stati Uniti non soddisfa (non salva la faccia) i rivali di Doha nel Golfo e ieri sera, prima dell’arrivo di Tillerson, Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi ed Egitto hanno annunciato di mantenere sanzioni economiche sul Qatar.
Partita dare-avere, e altre richiste araba agkli Usa da esaudire. Parlando a Doha martedì, Tillerson aveva elogiato il Qatar per l’accordo e aveva dichiarato che il paese ricco di petrolio e soprattutto di gas (a metà con l’Iran), ‘si è comportato in modo ragionevole per tutta la controversia’.

Caccia nella base Usa in Qatar. In copertina un gigantesco F-52

Memorandum e memoria. Gli Stati Uniti hanno una base militare di 10.000 persone in Qatar, nonché forti legami economici con il paese. Da ricordare anche le richieste-ultimatum degli Stati del Golfo il mese scorso al Qatar: l’espulsione di presunti terroristi (soprattutto loro oppositori interni legati ai fratelli musulmani che hanno avuto asili in Qatar), la chiusura della emittente televisiva satellitare Al-Jazeera di grande ascolto e influenza in tutto il mondo arabo.
Sostanzialmente la fine del sostegno da parte del Qatar per la la Fratellanza Musulmana, Hezbollah e formazioni iraniane in Siria e Iraq.

Qatar tornato tra i buoni, manca uno o più ‘cattivi’ in questa crisi dai toni e dalle motivazioni demenziali. Aiutata certamente da qualche tweet di troppo

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