
Ancora missili del Nord Corea. Questa volta missile balistico verso il Mar del Giappone, che ha volato per circa 930 chilometri prima di cadere nelle acque della «Zona economica speciale» di Tokio, che però arrivano a 200 chilometri dalle coste del Paese. Il presidente Usa Trump ha commentato l’ennesimo lancio della Corea del Nord con un tweet: “Questo tizio (riferito a Kim Jong Un, ndr) non ha niente di meglio da fare con la sua vita? Difficile credere che Corea del Sud e Giappone possano sopportare a lungo” questa situazione. Il giorno precedente una telefonata molto tesa di Donald Trump al cinese Xi Jinping nella quale il presidente americano ha ripetuto tutta la sua frustrazione per «la minaccia crescente di Pyongyang». E in queste ore Xi è a colloquio con il russo Vladimir Putin, sulla strada che lo porterà al vertice G20 di Amburgo, dove il dossier nordcoreano sarà certamente in primo piano nell’agenda dei leader mondiali.
Novantunesimo test missilistico dell’era Kim Jong-un, l’undicesimo di quest’anno. È ormai certo che la Nord Corea ha missili capaci di colpire tutto il territorio sudcoreano, di arrivare in Giappone tenendo sotto tiro le basi americane. Perché Kim Jong-un a ordina test missilistici con una tale frequenza? Certamente affina la tecnica e la capacità del suo arsenale. Ma crea anche scompiglio tra Donald Trump e Xi Jinping, e alza il prezzo per un eventuale congelamento del programma. La speranza insomma di una moratoria. Su questa strada Pechino propone a Washington di rinunciare alle manovre militari congiunte con Seul in cambio dello stop ai test nordcoreani. Finora Trump, ma anche Obama prima di lui, ha rifiutato il baratto. Crisi simile quella dei missili sovietici a Cuba nel 1962. Solo che è al rallentatore: dura da decenni. Il presidente Kennedy chiuse la partita di Cuba in 13 giorni. Oggi non c’è Kennedy e soprattutto, di fronte e non c’è Krusciov.
Intanto qualcosa d’altro accade a Pyongyang oltre i missili. Accelerazione le riforme economiche orientate al mercato. L’economia dirigista di stile sovietico viene gradualmente smantellata, mentre l’economia di mercato e l’imprenditoria privata è sempre più accettata e incoraggiata». Fenomeno simile a quello che ha trasformato la Cina negli anni ’80. Va ricordato che la Corea del Nord è un paese socialmente molto povero: il divario pro capite tra Corea del Sud e del Nord è il più grande del mondo: si stima che il reddito pro capite della Corea del Sud sia almeno 15 volte più grande del Nord. Ma ampie riforme economiche potrebbero scatenare richieste sociali che potrebbero andare al di là del controllo del governo. E allora e sempre, patriottismo esasperato. Ed ecco sulla tv di Stato la trasmissione in diretta di un’esercitazione delle forze speciali di Pyongyang in cui venivano attaccate e distrutte postazioni missilistiche della Corea del Sud.