
L’informazione come arma
Arabia Saudita, Emirati, Egitto e Bahrein a stretta obbedienza statunitense hanno presentato al Qatar una lista con 13 richieste che l’emirato dovrà esaudire per porre fine alla crisi fra i Paesi del Golfo. Oltre a chiedere, come dall’inizio della crisi, la fine di ogni finanziamento ai gruppi terroristici dove ogni Paese coinvolto chiamava terrorismo il gruppo armato favorito dall’avversario, i quattro vogliono che l’emiro Tamim bin Hamad al-Thani chiuda la tv internazionale panaraba Al-Jazeera, il principale strumento mediatico dell’emirato, fondata dal padre dell’attuale sovrano, Hamad, nel novembre del 1996.
Al-Jazeera è considerata, in particolare dall’Egitto, il megafono dei Fratelli musulmani in tutto il mondo arabo. Il Cairo e Riad hanno già chiuso le sue sedi locali e proibito le trasmissioni. Ora vogliono che sia smantellata «entro dieci giorni».
Ponte aereo turco
Ed «entro 10 giorni» il Qatar dovrà chiudere anche l’altra grande apertura internazionale ritenuta minaccioso dai vicini, ciè la base turca situata a una trentina di chilometri dalla capitale Doha. La base è stata aperta l’anno scorso dopo l’accordo del 2014 fra l’emiro e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Prima della crisi la base ospitava soltanto 300 soldati ma adesso è in corso un ponte aereo, questa volta militare, per portare il numero delle truppe a 3000 in tempi brevi, con l’appoggio anche di aerei e navi da guerra. Nelle foto diffuse da media turchi e qatarini si vedono grandi aerei da trasporto scaricare mezzi blindati e materiale bellico.
Ma Ankara non ha alcuna intenzione di chiudere la propria base militare, affermando che si tratta di una garanzia per la sicurezza del Golfo. Il ministro della Difesa turco Fikri Isik ha anche aggiunto che, appena finito il Ramadan, si svolgeranno esercitazioni congiunte Turchia-Qatar. Sfida Arabia Saudita Turchia dichiarata.
I terroristi del vicino sempre più terroristi
La partita Islam sunnita contro l’islam sciita. Le relazioni fra Qatar e Iran, che l’emirato dovrà tagliare, così chiedono i quattro col sostegno di Washington. Ragione formale la questione dei finanziamenti del Qatar al terrorismo. Il mio nemico deve essere anche tuo nemico. Esempio, gruppi armati sunniti che hanno come riferimento ideologico i Fratelli musulmani, ad altri gruppi e formazioni sciiti legati all’Iran.
Secondo fonti diplomatiche occidentali riferite da ‘La Stampa‘, l’Egitto avrebbe fornito all’Arabia Saudita prove sui finanziamenti a formazioni vicine ad Al-Qaeda, cioè Hayat al-Tahrir al-Sham in Siria, e a gruppi di insorti sciiti nel Bahrein, quast’ultima, colpa gravissima. Queste ‘prove’, stiamo parlando di politica e non di inchieste serie, avrebbero indotto il neo principe ereditario Mohammed bin Salman, l’uomo che oggi governa di fatto l’Arabia Saudita, ad un’azione immediata. Pressioni politiche principalmente, visti i guai militari che l’Arabia saudita incontra nello Yemen.
Informazione, democrazia, terrorismo
Parole che si oppongono immediatamente tra loro. Quando capita che invece si sommano o si confondono, allora sono guai seri. Dalle parti delle petromonarchie del Golfo e del più laico regime siriano, il concetto stesso di democrazia diventa automaticamente terrorismo e l’informazione la sua arma più pericolosa.
Secondo analisti di complessità arabe, la crisi finirà solo con la chiusura di Al-Jazeera e l’esilio del padre dell’attuale emiro, Hamad, fondatore della tv e granitico sostenitore Fratellanza musulmana. La questione dei finanziamenti ai gruppi terroristici, soprattutto in Siria, è però ambigua, rilava la Stampa di Torino. Se è vero che il Qatar è stato probabilmente il principale finanziatore prima di Al-Nusra e ora di Hayat al-Tahrir al-Sham, aiuti a gruppi islamisti sono arrivati da tutti i Paesi del Golfo, compresa l’Arabia Saudita.
«Nel periodo 2014-2015, negli hotel di Gaziantep venivano depositati sacchi pieni di dollari, da trasferire ai ribelli oltre il confine turco-siriano». Gaziantep nella Turchia poliziesca di Erdogan, e ribelli siriani, da tradurre in Isis. Troppe cose nascoste sotto quei preziosi tappeti orientali.