
Prova di forza, mossa a sorpresa e dichiarazioni provocatorie. Lo ‘stile Trump’ che il mondo sta imparando a conoscere. Con una decisione a sorpresa Donald Trump ha rimosso il direttore dell’Fbi, James Comey, che stava indagando sui rapporti tra il suo staff e la Russia. L’annuncio con un comunicato della Casa Bianca. La sfacciataggine: «Questa giornata segna un nuovo inizio per il gioiello della corona dei nostri apparati giudiziari. La ricerca di un nuovo direttore comincerà immediatamente». Fbi, ‘Gioiello della corona dei nostri apparati giudiziari’, fa pensare a tagli autolesionistici, salvo che la stessa Fbi non stesse importunando con le sue indagini la nuova amministrazione.
L’annuncio del licenziamento di Comey è stato dato dal portavoce Spicer, poco prima delle sei di ieri sera, dicendo che il presidente aveva accettato la raccomandazione del ministro della Giustizia Sessions. La motivazione non è stata subito spiegata, ma sarebbe legata alla testimonianza che pochi giorni fa lo stesso Comey aveva fatto al Congresso riguardo l’inchiesta sullo scandalo mail e la Russia.
Il direttore dell’Fbi, accusato dalla candidata perdente Hillary Clinton di averla danneggiata nella corsa alla Casa Bianca, sembrava al sicuro con Trump, ma nello stesso tempo aveva aperto un’inchiesta sulla campagna presidenziale del candidato repubblicano, per i sospetti di complicità con gli hacker russi.
Questa inchiesta era cominciata durante le elezioni, ma non era stata rivelata. Era però diventata pubblica quando il consigliere per la sicurezza nazionale Flynn era stato costretto alle dimissioni, proprio per i suoi rapporti con Mosca e l’ambasciatore russo a Washington, con cui aveva parlato delle sanzioni imposte per l’invasione dell’Ucraina prima che Trump entrasse in carica. Questo aveva alimentato i sospetti di complicità fra la campagna del candidato repubblicano e il Cremlino, su cui l’Fbi stava indagando.
Puzza di Russiagate. I democratici hanno subito chiesto che l’indagine sul Russiagate venga affidata a un procuratore indipendente. Sospetti forti su un legame tra la il licenziamento e l’intensificarsi degli accertamenti sulle possibili relazioni tra gli uomini del presidente e Mosca. Nella lettera a Comey il capo della Casa Bianca ha scritto: “Pur apprezzando il fatto che per tre volte sono stato informato di non essere sotto inchiesta, condivido il giudizio del procuratore generale Sessions sulla sua inadeguatezza a dirigere l’agenzia”.
E pochi giorni fa, l’indagine si è arricchita di nuove testimonianze. Trump era stato messo in guardia persino dall’ex presidente Barack Obama sulla possibilità che Michael Flynn potesse essere ricattato per i suoi rapporti internazionali, ma nonostante questo lo aveva nominato alla carica di consigliere per la sicurezza nazionale. E Flynn incontrò subito dopo le elezioni ma prima della nomina l’ambasciatore russo insieme a Jared Kushner, genero del presidente e forse il suo più stretto collaboratore.
Comey, 56 anni, era stato nominato nel 2013 da Obama. Il suo mandato scadeva nel 2023. Il suo siluramento ha un solo precedente nella storia statunitense, nel 1993 quando alla Casa Bianca c’era Bill Clinton e alla guida del Federal Bureau William S. Sessions, nominato da Ronald Reagan. Dopo il 1972, con la fine dei 48 anni di carica di J. Edgar Hoover, il direttore dell’Fbi è nominato dal presidente americano per un incarico della durata di dieci anni, previa conferma da parte del Senato.