Obama a Milano accenni da statista

«La tecnologia nel mondo sta creando in molti settori dell’economia alta intensità di capitale e meno richiesta di mano d’opera, e tutto questo diventerà un problema nel mondo avanzato. È una delle cose che mi preoccupa di più: sono certo che in molti Paesi del Medio Oriente e del sud dell’Asia questo è parte del problema che fomenta la radicalizzazione e il terrorismo».
Obama che torna presidenziale per un attimo in supplenza dall’attuale Casa Bianca.
«Se molti giovani sono disoccupati canalizzeranno in modo malsano le loro energie» ha aggiunto, ma questo si sapeva.
Obama tra scambio di cortesie, ovvietà e circostanze.

A parte Vip e giornalisti imbucati, ieri sera una rappresentanza della borghesia milanese ha pagato 850 euro per gustare il discorso di Mr.President. Curioso che a dare lezione sul mangiare virtuoso, rileva gustosamente Luca Fazio sul manifesto, sia stato invitato Obama, «Come se Cracco sfamasse Harvard chiacchierando di teoria della complessità e scenari globali».
«La mancanza di cibo è una delle cause del’immigrazione» ha osservato Obama sull’attualità dei migranti, costringendoci a un po’ di memoria. «Gli Stati Uniti non sarebbero quello che sono senza il contributo di milioni di italiani che hanno anche dovuto subire discriminazioni, ma che con fede, convinzione e lavoro duro hanno avuto successo dappertutto e hanno rafforzato gli Stati Uniti».
Quando eravamo noi italiani, o nostri bisnonni i ‘Vu’ cumprà’ o giù di lì.

Poi Obama ha parlato del futuro della terra spiegando che l’obiettivo dev’essere quello di «sviluppare sistema non soggetto ai cambiamenti climatici», sottolineando che «l’uomo ha causato molti problemi al pianeta e adesso deve risolverli». Non la pensa esattamente così il suo successore alla Casa Bianca, che se il suo partito e la sua candidata Hillary fossero stati ‘un po’ meglio’, o un po’ ‘meno peggio’, forse il Trump ce lo poteva anche risparmiare.

Tags: Milano oBAMA
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