Mille giorni di guerra aerea all’Isis

Il sito specializzato Airwars ha pubblicato il bilancio dei primi mille giorni di guerra aerea all’Isis, cominciata l’8 agosto 2014 con raid americano vicino a Erbil, in Iraq, allora minacciata dall’avanzata dei jihadisti del Califfato. Una delle più lunghe e sanguinose campagne della storia dell’aviazione dopo il Vietnam. Al costo medio di 13 milioni di dollari al giorno, quindi 13 miliardi in totale, gli aerei della coalizione a guida statunitense hanno condotto 21.064 raid, e sganciato almeno 76 mila bombe.

Tante vittime civili
Secondo le ultime stime del Pentagono, la campagna aerea ha ucciso o messo fuori combattimento circa 70 mila terroristi dell’Isis, cioè i due terzi delle loro forze, in base alle stime più alte. Airwars ha però anche calcolato le perdite fra i civili, che ammonterebbero a oltre 3200.
Di mille è stata anche ricostruita l’identità. Il dato dopo le polemiche per le centinaia di vittime in un raid statunitense a Mosul Ovest, lo scorso mese.
Le perdite nella coalizione ammontano a 7, compreso un pilota giordano catturato e bruciato vivo dagli islamisti nel gennaio 2015.

Le operazioni
La prima bomba, a guida laser, è stata lanciata da un F-18 americano l’8 agosto 2014. Da allora la coalizione ha condotto 12.552 raid in Iraq e 8502 in Siria. Gli americani hanno condotto il 95 per cento dei raid in Siria, e il 68 per cento in Iraq. Al secondo posto arrivano i britannici con 1214 raid in Iraq e 92 in Siria. Seguono poi l’Olanda, che però si è ritirata nel giugno del 2016, con 493 bombardamenti e l’Australia con 489 azioni. Il numero di ordigni usati era di 76.649 a fine marzo 2017. Nei primi tre mesi del 2017, +58 per cento nel numero di bombe rispetto al 2016.

I raid russi
Airwars ha anche analizzato i raid russi in Siria in particolare ad Aleppo, che non fanno parte del conteggio. Fra il 30 settembre 2015 e il 30 aprile 2016 avrebbero causato fra 2210 e 2984 vittime civili, a fronte delle 3294 causate dalla coalizione occidentale in quasi tre anni di guerra. Ovviamente questi dati vengono contestati da fonte russa e siriana governativa.

Conseguenze sul terreno
Nei mille giorni di campagna aerea, assieme alle offensive delle forze curde in Siria e Iraq, e delle forze regolari irachene appoggiate da milizie sciite, l’Isis ha perso il 57 per cento del territorio che controllava nell’autunno del 2014, all’apice della sua espansione e il 73 per cento della popolazione sotto il suo dominio, da 11 milioni di persone a meno di 3.
Nelle battaglie, oltre a migliaia di vittime civili, sono caduti anche almeno 1200 guerriglieri curdi e fino a 8 mila soldati e miliziani iracheni, secondo le stime più alte, smentite però dal governo di Baghdad.

Tags: raid
Condividi:
Altri Articoli
Remocontro