Salvare Alitalia o salvare le ali del turismo?

Ci fu un tempo in cui Air France, che viaggiava a gonfie…ali, voleva comprarsi Alitalia in crisi. L’obiettivo era un grande polo europeo, che comprendeva il gigante KLM, e avrebbe fatto concorrenza agli altri giganti europei, British e Lufthansa con vari patners.
L’idea peregrina del governo Berlusconi fu la cordata italiana dei “capitani coraggiosi” per difendere appunto l’italianitá della compagnia.
I “capitani”, da Passera a Colanino, piú che coraggiosi sembrarono tanti emuli di don Abbondio che, come diceva il Manzoni, il “coraggio se uno non ce l’ha non se lo può dare”. Ma attenzione al portafoglio si.

Si sa come é finita. Grande fuga, Alitalia in mani arabe (giá, come la mettiamo con i rapporti con l’islam??) e Montezemolo (il piú coraggioso di tutti, perché da sempre ministro senza portafoglio) onnipresidente.
Adesso, in ostaggio dei dipendenti che buttano via un accordo non certo mortale e comunque costoso per la collettivitá, (che ha giá speso 7 miliardi di soldi pubblici) si continua a piangere sull’italianitá della compagnia.

Ma chissenefrega! Sabena, Austrian, Pan Am, e tante altre compagnie sono state costrette a riorganizzazioni importanti e vendite, senza con questo che americani o belgi rimanessero a terra. Chi vola da e verso l’Italia vuole partire e arrivare in un aeroporto il piú possible vicino ed efficiente. Non gli importa chi lo fa volare e se la hostess è vestita di verde o di giallo.

Le compagnie low cost e la concorrenza piú lungimirante ormai servono migliaia di rotte e piccoli centri.
Si può partire da Cuneo (avrebbe volato anche Totò), Treviso, Pescara, Trapani, grazie a Ryan Air o Easy Jet o Blu etc…. Spendendo anche meno.
Finirá che piloti e hostess svenderanno le divise Alitalia e cercheranno un posto. Lo troveranno. Domanda e offerta non mancano!

 

Onnipresidente Montezemolo e ‘Capitani coraggiosi’

Anche la Conferenza episcopale italiana. Monsignor Nunzio Galantino invita chi oggi parla dei guai della compagnia di bandiera «a rileggere quando si rifiutò 
l’alleanza con Air France e Klm. In quel momento tutti eravamo per 
difendere l’italianità. E oggi?».

Il viceministro all’Economia Enrico Morando. «I problemi di oggi nascono nel 2008, con la scelta scellerata di rifiutare una soluzione industriale. Ma l’errore finale lo hanno commesso i lavoratori, mettendo di fatto l’azienda in una condizione molto difficile. La loro scelta è legittima, ma secondo me è sbagliata».

Pierluigi Bersani, rappresentante di Mdp, allora ministro. «Penso che aver sabotato l’accordo fatto con Air France e KLM sia stato il più grande delitto di politica industriale del secolo. Il governo si preoccupi che adesso l’impresa non precipiti quindi sentiamo gli azionisti, il consiglio di amministrazione».

Tags: Alitalia
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