
Il Venezuela nel caos. I disordini non accennano a fermarsi nella Repubblica Bolivariana e le rivolte contro il governo si stanno estendendo oltre la capitale Caracas. Al momento 30 morti. Causati dalla repressioni di Maduro, secondo le opposizioni. Vittime della violenza dei facinorosi, accusa Maduro. Il presidente venezuelano di fatto in grave difficoltà. Contro di lui si sono schierati 12 paesi latinoamericani,mentre la Santa Sede si propone come mediatrice a patto che Maduro rispetti una serie di condizioni. Oltre agli Usa, primi sponsor delle opposizioni storiche della destra venezuelana.
Le proteste dell’opposizione sostenute in molti casi da ‘chavisti’ poveri delle periferie urbane, sono ormai diventate una rivolta sociale incontrollabile per il governo. ‘La madre di tutte le proteste’ e la situazione nel paese su fa via via sempre più insostenibile. Ma il ministro degli Esteri di Caracas ha minacciato il ritiro dall’Organizzazione degli Stati americani se i colleghi dei 16 paesi membri non dichiareranno il loro sostegno al governo venezuelano in carica.
Da quando l’opposizione ha lanciato le dimostrazioni contro il presidente Nicolas Maduro -un mese- 13 persone sono morte nelle violenze legate alle dimostrazioni e 11 nei saccheggi notturni. Il bilancio, destinato ad aumentare, è stato fornito dalla Procuratrice Generale, Luisa Ortega Diaz, che ha denunciato anche molti casi di arresti irregolari, come quello dei 38 oppositori fermati dalla Guardia Nazionale nello stato di Nueva Esparta, per i quali non è stato redatto alcun verbale che spiegasse la flagranza di reato.
Nonostante l’annuncio di Maduro secondo cui mezzo milione di miliziani sarebbero stati armati in difesa della rivoluzione, il presidente sta provando a riaprire le trattative con le opposizioni dopo le manifestazioni della scorsa settimana. Passaggio chiave, le proposte del Cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, tra cui l’autorizzazione all’invio di assistenza umanitaria, un calendario elettorale stabilito in modo chiaro, la restituzione delle prerogative al Parlamento e la liberazione dei prigionieri politici.
Il numero due del Governo, Diosdado Cabello nei mesi scorsi aveva definito le precedenti richieste vaticane figlie di un’alleanza della Chiesa con “l’oligarchia imperialista”, ma, la lettera di Parolin ha trovato il sostegno di 12 paesi latino americani che spingono per la soluzione del conflitto tra Esecutivo e Parlamento.
Da ricordare infine che, secondo le valutazioni dell’Fondo Monetario Internazionale sul Venezuela, inflazione e recessione continueranno a gravare sul paese, l’aumento dei prezzi nel biennio 2017/2018 sfiorerà il 3.000 per cento mentre l’inflazione a fine 2017 raggiungerà il 720 per cento e nel 2018 potrebbe arrivare alla cifra stratosferica del 2mila per cento. Il Fondo monetario si limita a prevedere la progressione della catastrofe, senza accennare ad eventuali via d’uscita consigliate.