Kim Jong-un leader supremo, e speriamo in bene

Kim di cognome, come il papà e il nonno, e Jong-un come nome proprio, l’identificativo personale, che poi sarebbe come chiamare chi è oggi a capo degli Stati Uniti, Trump Donald. Ma il Kim di cui parliamo tanto noi è ‘il Kim’, ‘il leader supremo’ e non è il caso di prendersi la confidenza di chiamarlo solo Jong-un.
Il nostro Kim, immagine decisamente originale di esibita prosperità e originale taglio di capelli, è leader supremo della Repubblica Popolare Democratica di Corea del Nord dal 18 dicembre 201, giorno successivo alla morte del padre. Ma non solo, attenti a voi.
È anche presidente del Partito del Lavoro di Corea e presidente della Commissione per gli Affari di Stato, presidente della Commissione militare centrale e comandante supremo dell’Armata Popolare Coreana. Speriamo di non aver dimenticato nulla.
Ufficialmente questo, e null’altro della biografia e della personalità del ‘dittatore bambino’ diventato ‘il grande successore’ l’11 dicembre 2011, dopo il decesso per infarto del genitore, il ‘Caro Leader’ Kim Jong-il, e nipote di Kim Il-sung, il ‘presidente eterno’ titolo ufficiale, nato il 15 aprile 1912. Domani, 105 anni dalla fausta nascita, festa nazionale della Corea del Nord, con fuochi d’artificio e il timore di ben altre esplosioni celebrative, che poi il Trump Donald, chi sa che guai combina come risposta.

Kim Jong-un, ha già avvertito il mondo che la Corea del Nord è pronta alla guerra in caso di un attacco preventivo americano. Ed è paura visto che il terzogenito del ‘Caro Leader’ Kim Jong-il sarebbe pronto a un nuovo test nucleare. Ma rimaniamo alla bio, che è almeno parzialmente divertente
Nato l’8 gennaio 1984, ‘il Kim’ oggi trentatreene, è stato il più giovane capo di Stato al mondo per diritto ereditario. Figlio della terza, amatissima, moglie del padre, Ko Yong Hui, una ballerina d’origine giapponese morta nel 2004. Da ragazzo ha studiato in un liceo svizzero di lingua tedesca, a Liebefeld, un sobborgo di Berna. I suoi compagni di classe non conoscevano la sua identità e ricordano un ragazzo timido e riservato, ma determinato, con una passione per il basket americano e costose scarpe da ginnastica.
Non usciva con gli altri fuori dall’orario scolastico ed era tenuto sotto controllo dall’ambasciatore nordcoreano. Nel 2000 lasciò la scuola a metà anno scolastico e non riapparve in pubblico fino all’autunno 2010.

Come terzogenito, Kim Jong-un non sembrava destinato a succedere al padre. Ma il fratello maggiore Kim Jong Nam cadde in disgrazia nel maggio 2001 quando fu fermato con un passaporto falso all’aeroporto giapponese di Narita e dichiarò che voleva visitare Tokyo Disneyland. Deviazionista, finito in esilio, recentemente ucciso da misteriosi killer in Malesia.
Il secondogenito Kim Jong Chul, segnalato ad un concerto di Eric Clapton a Singapore il 14 febbraio 2011, sarebbe stato scartato perché “effeminato”, di lui non se ne sa nulla.
L’unica sorella Kim Sul-song, molto vicina al padre, non è mai stata presa in considerazione come erede, probabilmente perché donna. La sola sopravvissuta.
Notizie filtrate dalla Corea del Nord indicavano che Kim Jong Un, affettuosamente chiamato dall’ambiziosa madre “re della stella del mattino”, si fosse dato molto da fare per scalzare i fratellastri, scrive oggi l’agenzia AdnKronos.

E proprio questa sua “cattiveria”, riferiva una fonte di Asia News nel novembre 2010, sembra essere stata “il motivo per cui fu stato scelto dal padre come erede”.
La stessa fonte raccontava allora che il giovane si serviva di “minacce e ricatti” per allontanare “tutti i possibili rivali nella corsa al potere”. Prometteva bene da subito il ‘Re della stella del mattino’
Alla fine di settembre del 2010, a 24 anni, Jong-un viene nominato generale e scelto come delegato dell’esercito al Congresso del partito dei lavoratori, il primo dopo 20 anni. Il giovane esce dal congresso generale con quattro stelle e come vice presidente della commissione militare centrale del partito. L’8 novembre, la lista dei dignitari presenti al funerale di un alto esponente del potere indica Jong-un secondo in ordine di importanza dopo il padre.
È leader supremo della Repubblica Popolare Democratica di Corea (Corea del Nord) dal 18 dicembre 2011, giorno successivo alla morte del padre.

Negli anni, Kim Jong-un ha fatto della minaccia nucleare il suo biglietto da visita. Il 7 marzo 2013 ha minacciato gli Stati Uniti e la Corea del Sud di un attacco nucleare e non si contano più ormai i segnali di sfida e i numerosi test missilistici effettuati dal leader nordcoreano. Quattro esperimenti nucleari sotterranei per i quali Pyongyang il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha deciso sanzioni.
Nel dicembre 2015 Kim Jong-un annuncia che la Corea del Nord è pronta a far esplodere una bomba all’idrogeno per “difendere la sovranità e la dignità della nazione” e il 6 gennaio 2016, nel sito di Punggye-ri viene effettuato il quarto test nucleare della Corea del Nord.
Oggi, mentre sale la tensione per un possibile nuovo test nucleare di Pyongyang al quale gli Stati uniti potrebbero rispondere militarmente, uno dei segnali più importanti sembra essere arrivato dallo stesso leader nordcoreano.

Kim Jong-un ha ispezionato reparti delle forze speciali dell’esercito, la marina e l’aviazione, come ha riferito l’agenzia ufficiale nordcoreana Kcna rilanciata dall’agenzia stampa cinese Xinhua.
Il successo delle ispezioni, “nel momento significativo” del prossimo 105esimo anniversario della nascita del fondatore del regime Kim Il Sung, ha detto suo nipote Kim, sono “un dono di lealtà”.
La ricorrenza, che in Corea del Nord viene celebrata come ‘Festa del sole’, domani. Alcuni osservatori temono che possano essere ‘festeggiata’ con un nuovo test nucleare o missilistico.
Kim Jong-un fa paura, ma anche la possibile reazione di Trump Donald lo fa.

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