
Cosa sappiamo su quanto accaduto ad Idlib, ma in genere sulla guerra in Siria, o in Iraq, o dove volete voi? Sappiamo ciò che ci raccontano le ‘fonti’, agenzie di stampa internazionali che a loro volta ‘pescano’ dai comandi militari, parte in causa, e da civili sul campo scelti a caso o con malizia. Verità certe, zero, racconto attendibile a volte, se gestito da agenzia di stampa serie e da giornalisti in buona fede e di decente mestiere.
Il web del ‘ciò che penso dico’ e ‘quello che dico io è la mia verità contro tutti’, non è il veicolo privilegiato della verità, se mai la verità è esistita.
Figuriamoci negli interessi vitali in una guerra dove ‘Idealpolitik’ condisce il ricorso alle armi, ma è la ‘Realpolitik’ a governarne l’uso.
La bugia come regola, e qualcuno ha scritto libri sul tema. ‘Da Omero a Bush -Trump, si dovrebbe titolare oggi- la verità sulle bugie di guerra’ (https://www.ibs.it/niente-di-vero-sul-fronte-libro-ennio-remondino/e/9788849825299)
Cosa sappiamo e chi ce lo ha detto?
La notizia del raid aereo con i gas, quindi attribuibile solo ad Assad o ai russi, l’ha diffusa, come quasi tutte le news dalla Siria in fiamme, l’Ondus, l’Osservatorio siriano per i diritti umani, una ong che ha sede a Londra, espressione dei cosiddetti ‘ribelli moderati’. Su quanto realmente moderati, si litiga da sempre.
L’Ondus è stata la prima fonte che ha parlato di raid aerei con l’impiego di armi chimiche, e con un numero sempre crescenti di morti. Medici e attivisti hanno riportato che più tardi alcuni aerei hanno lanciato razzi sulle cliniche locali che stavano curando i sopravvissuti.
L’agenzia Idlib media center-Emc, erede dell’Aleppo media center che diffondeva le notizie dei qaedisti del Fronte al-Nusra, offre al mondo immagini laceranti di bimbi soccorsi con le mascherine per l’ossigeno. L’agenzia Step news da Idbil, vicina ai ribelli, aggiorna sul numero di vittime e di bimbi uccisi.
La Siria raccontata da Londra
L’attacco avviene alla vigilia della «Conferenza sul futuro della Siria» organizzata dall’Unione europea e guidata da Nazioni unite, Germania, Kuwait, Norvegia, Qatar e Inghilterra. E oggi come sempre, la fonte decisiva delle notizie è il già citato «Osservatorio siriano per i diritti umani», con sede a Coventry nel Regno Unito. Organizzazione dal nome altisonante, e una sola persona al comando.
Il suo direttore, Rami Abdel Raman, nonostante i finanziamenti ricevuti dal governo inglese e la credibilità attribuitagli dai principali media internazionali, è un ex commerciante il cui vero nome è Osama Suleiman.
Scappato dal suo Paese nel 2000 dopo l’arresto di due soci legati alla Fratellanza Musulmana, Rami Abdel Raman alias Osama Suleiman s’è trasformato dopo il 2011 nella principale fonte d’informazioni sulla guerra siriana.