Credo che se l’Europa fosse guidata da Totò (o per essere più seri) da Flaiano o Wilde, la paradossale e tragicomica sequenza di errori e piroette politiche nei rapporti con la Turchia di Erdogan sarebbe stata alla fine un po’ più comica e di sicuro meno tragica.
Cerchiamo di capire :
abbiamo sbattuto le porte in faccia alla Turchia nel processo di adesione all’Europa, ma le versiamo miliardi per tenersi decine di migliaia di profughi e migranti.
Consideriamo la Turchia un indispensabile alleato sul fronte orientale della Nato, ma non diciamo nulla sulle disinvolte operazioni di Erdogan in Siria, con qualche pericolosa connivenza con il terrorismo.
Proibiamo comizi di esponenti turchi sul nostro territorio, dimenticando quanti turchi ci vivono, quanti potrebbero essere negativamente influenzati dal divieto o, al contrario, favorevolmente influenzati da modelli di democrazia aperti e tolleranti, ben lontani dagli standard del loro Paese.
Nelle nostre piazze si ascolta di tutto, perché non dovrebbero parlare esponenti turchi ai loro connazionali?
Che Erdogan il sultano sia ormai una pericolosa minaccia è una constatazione, non un incubo. In politica ci sono cause ed effetti. La capacità di misurarli e prevenirli dipende da esperienza, saggezza, lungimiranza, disponibilità al compromesso.
Era probabilmente nostro interesse attirare la Turchia in Europa, pur prendendo il rischio di vedere rappresentato a Strasburgo un Paese di quasi cento milioni di musulmani. Un Paese che tuttavia esprime anche una secolare tradizione laica e un solido aggancio all’Occidente, simboleggiato dalla conformazione di Istanbul/Costantinopoli.
Alle porte del Medio Oriente, squassato dalle sciagurate avventure in Iraq e Afghanistan, la Turchia nella Nato e vicina all’Europa avrebbe rappresentato un argine importante. Purtroppo sono prevalse paure irrazionali, divieti di lobbies, calcoli politici, della Francia in prima linea, al tempo di Sarkozy, mentre solo l’Italia si mostrava piú aperta al processo.
Ora è tardi. La Turchia di Erdogan si è involuta, ma è con questa Turchia che occorre fare i conti comunque