Due cupi personaggi di cui non sai bene se doverti preoccupare o se riderne per la loro plateale ridiccolagine intellettuale e politica. La strana coppia di Varsavia, Jarosław Kaczyński, capo del partito Diritto e giustizia, mancato presidente per un pelo, e la prima ministra Beata Szydło. Una gara a chi è più forcaiolo, xenofobo, ansemita e anche un po’ fascista tra i due. Che non sopportano il moderatissimo liberale ed ex Presidente polacco Donald Tusk, eletto presidente del Consiglio europeo con il voto contrario della Polonia.
Alla fine ha vinto l’Europa dei fondatori, costretta comunque a un duro scontro con la Polonia, Paese cruciale della parte est dell’Unione e della Nato, e non è ancopra finita. È uno scontro che rompe la prassi delle decisioni all’unanimità e che non promette il meglio per il futuro dei rapporti tra la Ue originaria e il suo centro-est.
Donald Tusk, ex premier liberal polacco dal 2007 al 2015, è stato riconfermato dal Consiglio Ue nella carica di presidente. Rieletto, ma non all’unanimità: 27 sì contro un no, quello della Polonia appunto. Varsavia governata dall’ottobre 2015 dalla maggioranza assoluta nazionalconservatrice del PiS (Prawo i Sprawiedlywosc, Diritto e Giustizia, si è infatti opposta fino all’ultimo alla riconferma di Tusk, presentando un candidato alternativo vicino al governo, Jacek Saryusz-Wolski.
Nulla può essere deciso senza il nostro consenso», aveva detto in un estremo appello la premier polacca Beata Szydlo, e lo schiaffo Ue è risultato quindi più duro. E già iniziano le prime ritorsioni.
La Polonia blocca le conclusioni del vertice europeo, a cominciare dalle questioni immigrazione appena discussa. Il testo passerà comunque ma, a quanto si apprende, sotto forma di ‘dichiarazione della presidenza’ o con la nota del dissenso della Polonia.
Inoltre il governo polacco avrebbe espresso delle riserve su alcune parti della bozza della dichiarazione di Roma, che i leader dell’Unione Europea discuteranno in un vertice informale a 27 domani. “Abbiamo problemi sull’Europa a più velocità”, ha spiegato una fonte polacca.
Tusk ha replicato invitando il suo Paese a non tagliare i ponti con l’Unione europea. «Fate attenzione a non tagliare i ponti. Una volta tagliati, non potrete più attraversarli».
Chi sa se a Varsavia qualcuno è ancora capace di intendere e di volere?

Applausi a Donald Tusk, il cui peso politico non ci sconvolge, e occhi rivolti alla Polonia dei due pericolosi personaggio. Sintesi di una cronaca del passato, con rinvio al testo completo.
La Polonia di papa Wojtyla e di Solidarnosc tradita dai forcaioli bigotti di Radio Maryja. L’autoritarismo prepotente della destra di Jarosław Kaczyński, le proteste popolari. Gli oppositori di Jarosław Kaczyński, capo del partito Diritto e giustizia, Pis, cui appartiene anche la prima ministra Beata Szydło, lo accusano di voler cancellare l’indipendenza della magistratura e la libertà di espressione.
I suoi sostenitori affermano invece che il governo ha il diritto di difendere i valori cattolici e nazionali e di dimostrare la propria indipendenza da Bruxelles. Un portavoce del governo di Varsavia ha minimizzato l’apertura dell’inchiesta, definendola una ‘procedura standard’.
Indagine Ue di un anno sulla corte costituzionale polacca dopo che il governo ne ha modificato funzionamento e composizione in modo da limitarne i poteri di controllo sul governo. Bruxelles preoccupa anche per l’attacco alla televisione pubblica e per iniziative che minacciano l’indipendenza della magistratura.
Europa a due velocità, e l’Europa centrale sempre più conservatrice di quelle dell’ovest. Libertà civili , democrazia e partecipazione e accoglienza. Oggi all’interno dell’Unione convivono due anime, e questo contrasto rappresenta una sfida tra le più difficili per l’Europa unita.
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