Giovani disoccupati 1°partito, 40% e maggioranza senza premi

Renzi e il 40, numero della dannazione. Lui il 40 lo aveva pensato come soglia per il premio elettorale che, con l’Italicum, contava di incassare. 40 per cento i voti Pd nella ventata delle europee trapassate. 40 la percentuale di Si al suo referendum, ma contro un 60 di No. Ed ora, dopo il ‘Jobs act’, il record di quel 40% di disoccupazione giovanile.

I numeri teoricamente parlano chiaro. Con quel 40,1, i giovani disoccupati crescono, +0,4 rispetto a dicembre 2015 e, al 40,1% raggiungerebbero quel premio di maggioranza alla Camera che il Pd si sogna e che i Cinque stelle rincorrono ansimando. La disoccupazione generale resta stabile a quel terribile 12% .

Se i dati parlano, la politica interpreta. E il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti non poteva mancare dopo le note, precedenti dichiarazioni sui giovani e il lavoro.
«Giovani italiani vanno all’estero? Alcuni meglio non averli tra i piedi», per aiutare la memoria dei distratti.

Cosa dice Poletti?
«La forte diminuzione degli inattivi (478mila in meno) vede infatti una significativa crescita degli occupati (242mila in più) e l’aumento anche delle persone che cercano attivamente lavoro (144mila in più). Unito agli aumenti già registrati nei periodi precedenti, l’incremento registrato anche nel 2016 porta a 602mila il numero degli occupati in più a partire dal febbraio 2014, 440mila dei quali sono lavoratori stabili».

scatole cop

In attesa di traduzione certificata, cogliamo una certa critica del ministro nel confronti dei dati Istat che, sulla quota dei giovani disoccupati, non escluderebbe chi non lavora e non cerca lavoro perché nella maggior parte dei casi impegnati nello studio. Bah.
Al ministro i giovani sembrano proprio stare sulle scatole.

A correggere gli entusiasmi di Poletti sono i nuovi record che vanno consumandosi sul mercato del lavoro: i dipendenti subordinati al 14,4%, mai così tanti, mentre, i dipendenti considerati “permanenti” si fermano a +111 mila contro l’aumento dei dipendenti a termine che riguarda 156 mila persone.
Su base annua prosegue la tendenza in atto da molti mesi: gli occupati crescono soprattutto tra gli over 50, per effetto congiunto, spiega l’Istat, dell’aumento dell’età pensionabile e della demografia che fa salire la percentuale di popolazione in questa fascia di età.

In sintesi: da agosto 2016 tornano ad aumentare regolarmente sia la disoccupazione totale sia quella giovanile. Chi tra i 15 e i 24 anni cerca un lavoro fatica a trovarlo con la conseguenza che fatica a muovere i primi passi nel mondo delle professioni e rischia di ritrovarsi sempre meno indipendente e con sempre meno abilità professionali per inserirsi in un mercato del lavoro “adulto”.

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