Si temeva e sta accadendo: Sky Tg24 trasferita a Milano

Roma perde non solo fascino e credibilità di Capitale e di sindaca, ma perde anche la centralità dell’informazione, fatto salvo quel po’ di ‘Palazzo’ che dovrebbero essere ‘Istituzioni’ ed è in genere marchetta di partiti che i telespettatori ormai rifiutano schifati. Sky scappa da Roma, è non lo fa per nobiltà d’animo rispetto alla capitale morale che sta risorgendo a Nord, ma lo fa per soldi. Quelli, troppi dice lei, che spende a Roma, e il rilancio produttivo e di mercato che promette da Milano, che è invece tutta cosa da verificare nei fatti.

Esodo romano di giornalisti, soprattutto, ma anche commerciali e tecnici. Nella Capitale rimarrà solo una parte della redazione della rete all news (la sezione politica e quella del Centro Sud), oltre ai settori ‘Management’ e ‘Finance’ ma molto ridimensionati. Scelta decisamente controversa della pay tv anche perché negli scorsi mesi la stessa Sky aveva dichiarato di aver aumentato nel 2016 sia i ricavi sia gli abbonati. Ma è il quadro generale dei media in Italia a preoccupare i vertici aziendali. Loro parlano di conti, noi pubblico parleremmo di contenuti, ma a Murdoc pare che il tema interessi poco.

Ovviamente la colpa è sempre altrui. Non fa miglior figura l’amministratore delegato Andrea Zappia, che difende gli investimenti di Sky, -dal 2003 oltre 20 miliardi di euro nel nostro Paese- nonostante “Un quadro di regole obsoleto e spesso disincentivante”. Un po’ più sinceri i timori sull’assalto prevedibile da parte di Vivendi-Mediaset e sulla concorrenza di Netflix e Amazon. Lascia comunque perplessi la scelta di portare SkyTg24 lontano cioè da quella che, nel bene o nel male, è la città dove si concentrano gli organi di stampa e le istituzioni della politica.

Ma qualche conto in tasca a Sky sarà ancora opportuno farlo. Gli ultimi dati del Garante per le Comunicazioni, l’AgCom, un po’ distratta sulle ossessive presenze Tv dell’ex premier Renzi, dati di ieri, del 12 gennaio, dicono che Sky è il principale gruppo televisivo italiano, con la quota maggiore dei ricavi pari al 15,1% del Sic, il Sistema integrato delle comunicazioni per quasi 3 miliardi di euro. Mediaset è seconda e la Rai terza. Sky Italia dovrebbe quindi dare in piena trasparenza spiegazioni se all’improvviso comunica ai sindacati un piano di riorganizzazione tanto severo da prevedere 200 esuberi e 300 trasferimenti, mentre Roma tace.

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