
Verso un rassicurante 2017
Gli Stati Uniti già da adesso impegnati in un programma di ammodernamento delle armi nucleari, un programma da mille miliardi di dollari nell’arco di trent’anni. In cantiere sono, tra l’altro, una nuova classe di sottomarini dotati di missili balistici, un nuovo bombardiere invisibile, miglioramenti negli arsenali di ordigni atomici, nuovi missili cruise. Al costo di 350 miliardi nel primo decennio, questi piani sono semmai sotto esame per evitare sprechi.
Trump avalla, ma con una prospettiva diversa. Il Presidente democratico uscente ribadiva da sempre la necessita’ di ridurli e un giorno eliminarli. Da domani, varrà il twitt del suo successore:
«Gli Stati Uniti devono rinforzare e ampliare il proprio potenziale nucleare finché il mondo non rinsavisce riguardo le testate nucleari». Trump nei panni del Dottor Stranamore.
Trumpo chiama, Putin risponde
Trump twitta, Putin parla alla Russia nel discorso di fine anno. ‘La Russia già oggi è più forte di qualsiasi avversario possa minacciarla’, ha detto il presidente. Ma meglio con fidarsi. E ha ordinato il rafforzamento accelerato dell’arsenale atomico. Della Rvsn, ‘Raketnij vojska strategikeskovo Naznashen’ja’, i grandi missili basati a terra. 40 nuovi supermissili intercontinentali protetti in silos blindati a prova di atomica, o su rampe mobili che non sai mai dove siano.
Missili alti come grattacieli, capaci di portare ognuno diverse testate atomiche, e di colpire più obiettivi insieme con la massima precisione. Tempo dal lancio all’impatto sul territorio ‘nemico’ massimo 30 minuti se negli Stati Uniti, molto meno se l’obiettivo è in Europa.
Bilancio per le preci di Natale
7500 testate per la Russia; 7200 per gli Stati Uniti; 300 in mano alla Francia, almeno 250 ai comandi della Cina, poco meno di 200 a disposizione del Regno Unito, stimate circa 100 per la difesa d’Israele. Non sono note le dimensioni degli arsenali atomici di potenze nucleari ‘minori’ o non ufficiali, cioè Corea del Nord, India e Pakistan.