Roma, senza bilancio e senza concertone. Fiducia a perdere

Salta il concertone di Capodanno a Roma, mentre il Comune vara una ordinanza antipetardi che certamente sarà rigorosamente fatta osservare.
Tutte le ultime vicende che hanno coinvolto il Campidoglio e fatto vacillare la tenuta della giunta della sindaca Virginia Raggi pare abbiano spaventato quelli che intendevano investire sulla festa di fine anno. Alcuni degli sponsor che dovevano coprire le spese del concertone di Capodanno tra il Circo Massimo e l’area archeologica, di fronte a ritardi clamorosi dell’amministrazione, hanno deciso di fare un passo indietro.
Contemporaneamente a quella notizia, il comunicato dal Campidoglio, anzi, l’Ordinanza. «Nel territorio di Roma capitale è disposto il divieto assoluto di usare materiale esplodente, fuochi artificiali, petardi, botti, razzi e altri simili artifici pirotecnici e in genere artifici contenenti miscele detonanti ed esplodenti».
Roma orfana anche dei tradizionali ‘Botti?’. Un bel sorriso a ridosso del Natale aiuta.

Ma adesso parliamo di cose serie
L’Organo di revisione economico-finanziaria ha bocciato la manovra provvisoria di bilancio per il triennio 2017-2019 presentata dall’assessore al bilancio. Secondo l’Oref i conti presentati dalla giunta capitolina sono sbagliati, non si è considerato il piano di rientro e sono state ignorate spese importanti e debiti. Scarsa previsione di spesa e debiti fuori bilancio, dai ‘punti verde qualità’, alla realizzazione della metropolitana C e l’ammodernamento di quelle esistenti.
Inoltre nel bilancio proposto dalla giunta Raggi non si prevede un controllo adeguato delle entrate che dovrebbero arrivare dai tributi. L’Oref “ribadisce la necessità di effettuare, a cadenze trimestrali, la verifica delle entrate per il recupero dell’evasione tributaria, Imu, Tasi, Tari, per i permessi di costruire, per contravvenzioni stradali. E una revisione dei canoni di locazione, case comunali centralissime affittate a tre soldi.

O il bilancio o il Campidoglio
Il bilancio deve, dunque, ricominciare il suo percorso e difficilmente potrà essere approvato entro il 31 dicembre. Di fatto però il tempo a disposizione degli enti locali per il varo finale del bilancio previsionale per il 2017 è slittato al 28 febbraio, quindi ancora una possibilità per la giunta Raggi.
Se arriverà una nuova bocciatura, la prefetta di Roma Paola Basilone potrà chiedere lo scioglimento del consiglio comunale ed entro 30 giorni si potrebbe andare a nuove elezioni.
Fino ad allora il comune di Roma andrà avanti con un bilancio provvisorio: dal 1 gennaio 2017 potrà spendere solo un dodicesimo di quanto ha speso nel 2016 e non potrà prendere decisioni al di fuori dell’ordinaria amministrazione.

Intanto Piepoli e i sondaggi
Il caso Marra e ciò che sta succedendo a Roma dopo l’arresto dell’ex capo di Gabinetto di Virginia Raggi -scrive Nicola Piepoli su la Stampa- sta mutando anche le intenzioni di voto dei romani e degli italiani. Con qualche sorpresa. Com’era prevedibile il Movimento 5 Stelle perde tra i cittadini di Roma (-3%) ma curiosamente guadagna l’1% tra gli italiani che, evidentemente, dei guai di Roma poco si preoccupano.
Va male però per la sindaca Raggi. Sempre secondo Piepoli, per più della metà dei romani la sindaca dovrebbe dimettersi. I sostenitori romani delle dimissioni ritengono che è impossibile che la sindaca non si fosse accorta di nulla.  Terza colpa, per i romani il non aver fatto quasi nulla per la città, in Italia in genere, per aver trascinato l’M5S, nel presunto malaffare che circondava Raffaele Marra.

Virginia e Grillo
Non tutti, però, sono pronti a buttare la croce sulla sindaca. Più del 40% dei romani ritiene che Virginia Raggi debba restare in Campidoglio perché non è ancora riuscita a dimostrare cosa sa fare, in secondo perché non è coinvolta ufficialmente nell’inchiesta. Ma la fiducia nella sindaca dopo le ultime vicende traballe: il 36% dei romani ha fiducia (35 gli italiani), il 62 non ne ha (64 tra gli italiani).
E la palla torna a Beppe Grillo. I romani si dividono quasi equamente in tre partiti: dovrebbe sostenerla con forza (26%), dovrebbe spingerla alla dimissioni (37%) dovrebbe lavarsene le mani (31%). Gli italiani sono più interventisti. Solo per il 19% Grillo dovrebbe restare fuori dalla vicenda, mentre per quasi la metà (46%) dovrebbe far dimettere la sindaca e per il 29% dovrebbe invece sostenerla.

L’Anticorruzione e l’altro Marra
La sindaca si era assunta la responsabilità della promozione del fratello di Marra, Renato, passato da vicecomandante dei vigili a capo del dipartimento turistico e ora rischia l’iscrizione nel registro degli indagati per abuso d’ufficio. Sotto tiro anche altre nomine: quella dell’ex capo di gabinetto Carla Raineri, del responsabile della segreteria Salvatore Romeo, di Andrea Mazzillo, poi diventato assessore al Bilancio, e dell’avvocato Antonio De Santis, ora delegato al Personale.
Dunque resta un macigno anche giudiziario sul futuro di Virginia Raggi. Si concentrano infatti sulle persone fino a ieri più vicine alla sindaca di Roma – Raffaele Marra, Salvatore Romeo (che ieri si è ufficialmente dimesso) e Paola Muraro – le inchieste e gli accertamenti amministrativi che potrebbero sfociare in un’indagine penale sulla sindaca.

 

PER CONCLUDERE LE CATTIVERIE DI MIMMO LOMBEZZI

marra-cash

ROMA NON SOLO RAGGI MA ANCHE ‘OLTRE TEVERE…’.

bergoglio

Tags: Grillo Roma
Condividi:
Altri Articoli
Remocontro