Peggio di così era difficile immaginare, anche per il più trinaricciuto nemico dell’esperienza 5Stelle nella Capitale. Più la sceggiatura di un film nazional-popolare, cinepanettone, più che una cronaca. Un successo elettorale plebiscitario alle elezioni romane dell’ira per la sindaca Virginia Raggi. Dove la rabbia battè la paura. Scommessa sulla buona fede dell’inesperienza pur di cambiare tutto.
Ma l’inesperienza divenne monumento, costante di governo con l’aggiunta di ingiustificate arroganze e riciclaggio del peggior passato, vedi l’arrestato Raffaele Marra e l’inquisita Paola Muraro. E il romanzo nazional popolare della scommessa grillina divenne giallo ed il futuro della Capitale, già disastrata da cataclismi amministrativi precedenti di varie paternità politiche, fu il degrado.
La speranza che si scopre miraggio
Né destra né sinistra ma un po’ sbilenca
Il non schierarsi secondo gli schemi tradizionali della vecchia politica, dice la filosofia grillina. Ma a Roma la sua interpretazione pende decisamente verso la destra nagata dove la sindaca si forma nello studio legale Previti, che non è esattamente un cenacolo di giurisprudenza neutra. E poi l’usato ereditato da Alemanno e dalla Polverini. Ma non anticipiamo.
Il caos in Campidoglio scoppia subito, inizio luglio. Daniele Frongia viene nominato alla guida dell’ufficio di gabinetto del sindaco. Ma la delega gli viene tolta subito, tra le polemiche, e Frongia diventa allora vicesindaco e assessore allo Sport. Partita interna al Movimento, dicono.
Alla guida del gabinetto va Carla Raineri. Però il magistrato della Corte di Appello di Milano, ex collaboratrice del prefetto Tronca durante il commissariamento della Capitale, dura poco. Il parere negativo dell’Anti corruzione di Cantone sulla sua nomina, considerata irregolare, la costringe a dimettersi.
Una cantonata tira l’altra
Un altro problema arriva dall’assessore al Bilancio, l’economista Marcello Minenna. Se ne va per manifestare solidarietà nei confronti della Raineri. Ironia della sorte: lo stesso giorno, il primo settembre, lasciano anche il direttore generale dell’Atac, Marco Rettinghieri, e l’amministratore unico Armando Brandolese. Attorno alla giunta Raggi il vuoto.
Clamorosamente il sostituto di Minenna, l’ex magistrato in pensione Raffaele De Dominicis, non riesce neanche a insediarsi che viene indagato per abuso d’ufficio. E così si dimette prima ancora di iniziare il suo lavoro. Ed è solo alla fine di settembre che Roma del debito voragine ha un nuovo assessore al Bilancio, il terzo in pochi mesi: arriva il commercialista Andrea Mazzillo.
L’ultimo duro colpo per l’amministrazione romana, prima del caos scatenato dall’arresto di Marra, le dinmissioni delle discussa Paola Muraro, l’assessore all’ambiente fortemente voluta e difesa dalla sindaca, inquisita per vecchi reati ambientali.
Chi è Raffaele Marra, consigliori di Virginia Raggi
Chi è Raffaele Marra, attuale capo del personale del Campidoglio e braccio destro del sindaco Virginia Raggi arrestato per corruzione?
«Il dottor Marra non è un esponente politico e il mio braccio destro sono i cittadini romani. È per loro che ogni giorno lavoriamo senza sosta. Andiamo avanti con serenità», prova a far credere la sindaca sull’orlo di una crisi di nervi.
Eppure i segnali di tempesta erano stati chiari. A settembre Marra, scelto come vice capo di gabinetto del sindaco, era stato contestato dentro lo stesso M5S per le passate esperienze del dirigente con la governatrice del Lazio Renata Polverini e con il sindaco della capitale Gianni Alemanno. Marra è stato anche dirigente della polizia municipale, altro ‘fiore all’occhiello’ di Roma.
Marra ‘bocciato’ a 114 mila euro anno
A causa delle polemiche interne nel Movimento (nuova politica vecchie maniere), Marra era stato messo alla guida del personale, circa 24 mila dipendenti del Campidoglio, fino a 60 mila comprese le aziende partecipate da Roma Capitale. Un impegno gravoso compensato con 114.400 euro anno.
Prima dell’arrivo dei carabinieri con le manette ordinate dalla Procura, l’Authority anticorruzione e la magistratura indagano sulla nomina alla direzione turismo del Campidoglio di Renato Marra, fratello di Raffaele. Una famiglia operosa attorno alla politica locale del Campidoglio quella dei Marra.
Anche se l’accusa che ha portato in carcere l’ex pupillo e consigliere della sindaca Raggi è la più pesante ipotesi di corruzione in combutta con un costruttore edile. Un classico che ha tanto il sapore di vecchia politica che ‘non sapeva’.
E per finire, la cattiveria di Mimmo Lombezzi