Tutti si dichiarano vincitori e quindi la Macedonia ha perso: ancora caos politico. Elezioni parlamentari dopo uno stallo che blocca il paese balcanico da inizio 2015. I sostenitori di entrambi i partiti rivendicano la vittoria nel voto popolare. Il partito conservatore risulta in leggero vantaggio ma l’opposizione socialdemocratica festeggia in piazza.
Il Partito democratico per l’unità macedone, formazione di destra del primo ministro Nikola Gruevski, ha ottenuto il 37,94 per cento dei voti. Il suo principale avversario, l’Unione socialdemocratica di Macedonia, guidato dal leader dell’opposizione di centro sinistra Zoran Zaev, avrebbe raccolto il 36,63 delle preferenze.
Le elezioni erano state convocate per mettere fine a uno stallo che da inizio 2015 paralizza il paese, dopo un difficile accordo raggiunto tra le quattro principali forze politiche con la mediazione dell’Unione europea. I due partiti di indirizzo ‘politico’ già citati, ed i partiti etnici albanesi in alternativa tra loro ed essenziali per qualsiasi maggioranza.
Affluenza record del 67 per cento nel piccolo paese di due milioni di abitanti, nato nel 1991 dopo la disgregazione della Yugoslavia. La commissione elettorale non ha ancora pubblicato la proiezione di come i 123 seggi del parlamento saranno divisi tra i partiti, ma sicuramente nessuno dei due partiti maggiori avrà la maggioranza per governare da solo.
Il partito che rappresenta una parte della numerosa minoranza albanese nel paese, l’Unione democratica per l’integrazione, guidato dall’ex guerrigliero Ali Ahmeti e in passato alleato di Gruevski, ha ottenuto il 7,33 per cento dei voti. Mancano altri dati certi, e le letture politiche appaiono decisamente inaffidabili
A generare la crisi era stato nel gennaio 2015 lo scandalo delle intercettazioni. L’opposizione aveva accusato Gruevski, al potere da dieci anni, di aver tenuto sotto controllo le conversazioni telefoniche di oltre 20mila persone, tra politici, magistrati, diplomatici stranieri, esponenti religiosi, giornalisti.
La Macedonia, nome ufficiale dello Stato FYROM, ex Repubblica socialista Yugoslava, non ha mai ottenuto il riconoscimento Onu del nome per l’opposizione della Grecia sul nome della terra che diede di natali ad Alessandro il macedone. Questione di 2000 anni fa che si intreccia con l’attualità dei migrati dalla Turchia e dalla Grecia sulla rotta balcanica.