Tensioni Iraq-Arabia saudita per le false gravidanze di Kerbala

I rapporti tra l’Iraq e l’Arabia Saudita sono peggiorati ufficialmente la settimana scorsa, racconta Zuhair al Jezairy su Internazionale, mentre a Kerbala si svolgeva la grande processione dei musulmani sciiti al mausoleo dell’imam Hussein, il nipote del profeta Maometto. ‘Tensioni’, per usare un eufemismo. A scatenare la tensione un articolo pubblicato il 20 novembre da ‘Asharq al Awsat’, un quotidiano saudita con sede a Londra, che citava un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità sul caso di 169 gravidanze ‘indesiderate’ di donne di Kerbala rimaste incinte dopo l’arrivo dei pellegrini sciiti l’anno scorso.

Il rapporto, però, era falso e l’Oms ha smentito più volte di averlo pubblicato. Resta il fatto che il quotidiano, senza verificare, aveva rilanciato il pezzo di cronaca in prima pagina a dargli rilievo, facendo arrabbiare molti parlamentari, politici e giornalisti vicini al governo di Baghdad. Senza troppo scalpore, il giornale ha sostituito il direttore della redazione irachena, un saudita, con un libanese, e ha dato la colpa dell’errore ai reporter locali. Due giornalisti della redazione irachena hanno negato di essere stati loro a segnalare il rapporto al direttore e si sono licenziati.

Solo inciampo giornalistico? Improbabile. Queste tensioni hanno come sfondo il conflitto regionale tra l’Arabia Saudita e l’Iran, la competizione -spiega Zuhair al Jezairy- sul numero dei pellegrini che visitano i luoghi di culto sciiti in Iraq e quelli sunniti che visitano i luoghi sacri della Mecca, e l’offensiva per liberare Mosul da Isis. E le maternità inventate di Kerbala diventano segnale del c rescere di trensioni sul futuro delle relazioni tra Baghdad e Riyadh nel ‘dopo Califfato’, con preoccupazioni saudite per l’influenza di Teheran sulla regione, e sull’Iraq in particolare.

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