
Bulgaria e Moldova si avvicinano a Mosca. I candidati filorussi hanno infatti vinto le elezioni presidenziali. A Sofia, il candidato dell’opposizione socialista Rumen Radev, favorevole a un miglioramento delle relazioni con la Russia e all’abolizione delle sanzioni a Mosca, ha largamente vinto le presidenziali in Bulgaria, battendo nettamente nel ballottaggio di oggi Tsetska Tsaceva, presidente del parlamento e candidata del partito conservatore al governo Gerb.
La sconfitta di Tsaceva ha avuto come effetto immediato le dimissioni del premier conservatore Boyko Borissov, leader del partito di governo Gerb, che le aveva ripetutamente minacciate in campagna elettorale nel caso di una sconfitta del candidato conservatore.
In Moldova quasi la stessa musica, seppur con risvolti geopolitici più marcati. Il candidato filorusso Dodon ha ottenuto il 55,3% dei voti, mentre la candidata pro-europea Maia Sandu il 44,7%. Una netta presa di posizione dell’elettorato moldavo sulla politica estera futura del Paese, diventato nuova frontiera di “conquista” tra Ue e Russia. La Moldova, infatti, ha firmato l’accordo di associazione con Bruxelles, ma lo stallo politico, le mancate riforme e la dilagante corruzione hanno causato una netta disaffezione da parte dell’elettorato, che è tornato a guardare alla Russia, suo mercato di sbocco per molti prodotti interni.
Dodon ha annunciato che intende, tra i primi provvedimenti dare disdetta disdetta alla parte economica dell’accordo con l’Ue, per poter riprendere i commerci con la vicina Mosca. E all’amica Russia ha promesso che dedicherà la sua prima visita ufficiale. Una dichiarazione che non lascia dubbi sull’asse che il presidente intende seguire per rilanciare l’economia del piccolo Paese, il più povero della regione.
Turchia, Erdogan evoca il referendum su adesione Ue
Trexit senza essere mai entrati.
Il presidente Erdogan a Hurriyet: ‘La nostra pazienza ha un limite’
Nell’accusare Bruxelles di voler spingere Ankara a rinunciare al processo di adesione all’Unione europea, il presidente turco ha discusso la possibilità di un referendum per decidere sulla questione. Lo ha detto lo stesso Recep Tayyip Erdogan in un’intervista al quotidiano Hurriyet.
«L’Unione Europea sta cercando di obbligarci a rinunciare al processo di adesione. Se vogliono che non lo facciamo, dovrebbero essere chiari in merito, dovrebbero prendere una decisione», ha detto Erdogan. «La nostra pazienza non è infinita. Se necessario, potremmo anche consultare il nostro popolo», ha aggiunto alludendo al referendum della Gran Bretagna sulla Brexit.