
I giornali o sono trombettieri del regime, o sono strumenti dell’eversione e quindi vanno chiusi e i giornalisti eversori incarcerati. Per ora soltanto incarcerati, perché, tempo al tempo, la Turchia di Erdogan sta per tornare alla pena di morte. Speriamo con sistemi formalmente meno platealmente cruenti di quelli applicati nello Stato Islamico.
Pena di morte
In Turchia “il popolo vuole la pena di morte. Se l’Akp del presidente Erdogan è pronto, l’Mhp è sempre stato pronto”. Così il leader del partito di opposizione nazionalista Mhp, Devlet Bahceli, in un discorso al suo gruppo parlamentare. Dopo il fallito golpe del 15 luglio, la reintroduzione della pena capitale è stata più volte evocata da Erdogan, che si è detto disponibile a dare il suo via libera in caso di approvazione in Parlamento. Con i voti dei nazionalisti, l’Akp avrebbe la maggioranza per un emendamento costituzionale che reintroduca la pena capitale, da sottoporre poi a un eventuale referendum popolare.
Censura galera
Arresti al quotidiano liberale Cumhuriyet. Carcere per il direttore del giornale. Mandato di cattura per 13 reporter. Ricercato anche l’amministratore editoriale. Nuova stretta sui media più liberali in Turchia, e in particolare verso l’unico quotidiano rimasto all’opposizione. La polizia ha fermato il nuovo direttore del giornale Cumhuriyet, Murat Sabuncu, che aveva sostituito Can Dundar già incarcerato per quasi cento giorni e poi riparato all’estero dopo il suo rilascio deciso dalla Corte Costituzionale.
Magistratura serva
Dal sito del filogovernativo Yeni Safak, la procura starebbe indagando su presunti legami con l’imam Gulen, accusato da Ankara di essere la mente del tentato golpe del 15 luglio. Da quel giorno, arresti di giudici, militari, giornalisti, docenti, amministratori pubblici, diplomatici. Più di 35 mila persone arrestate, oltre 100mila licenziate. Il precedente direttore di Cumhuriyet, Can Dundar, da qualche mese in Germania, era stato condannato a cinque anni di carcere per aver svelato di un carico di armi dei servizi segreti turchi diretto in Siria.
Nobel alternativo
Cumhuriyet è uno dei quotidiani storici della Turchia. Tira adesso poco più di 50mila copie, è quasi privo di pubblicità perché quasi nessun imprenditore lo sostiene, ma è considerato una sorta di bandiera del giornalismo laico e indipendente. Fu fondato nel 1924, ed è noto per il suo giornalismo di inchiesta e le posizioni che lo pongono nel centrosinistra. Lo scorso anno Cumhuriyet ha ricevuto il premio Right Livelihood Award, noto come il premio Nobel alternativo, assegnato da una fondazione in Svezia.