
Riprendiamo da capo il sommario perché uno rischia di non crederci. Il Corriere della Sera, il ‘Corrierone’ che resta il più diffuso quotidiano nazionale e certamente uno dei più prestigiosi. Il titolo è terrorismo puro, ed attorno è pure peggio. «Un clima di guerra in Russia», «Esercitazioni e scorte di cibo», col seguito de “Il Cremlino invita la popolazione a prepararsi allo scontro con l’Occidente. Intanto Putin annulla la visita a Parigi. Boris Johnson: «Uno Stato paria»”.
La firma è di Fabrizio Dragosei da cui saremo lieti di ricevere e pubblicare repliche o spiegazioni.
Uno legge dal collega che risulta residente moscovita, dopo di che tira fuori dalla cantina antichi giubbetti antiproiettile di collaudo balcanico ed elmetti da prima linea. Salvo che non siano tutte scemenza quelle che stiamo leggendo, e sia tutto uno scherzo.
Scemenze sì, scherzo no, a sentire la replica di ‘Gim Unimpresa’, il gruppo più influente di imprenditori italiani a Mosca, come li definisce Aska News.
La lettera al direttore del Corriere a firma di Maria Luisa Barone è educata come si conviene e severa come appare giusto.
«Mosca 12 Ottobre 2016,
Gentile Direttore
Le scriviamo in relazione all’articolo, a firma Fabrizio Dragosei, apparso oggi nella prima pagina del suo giornale, relativo alla Russia, dove si paventa un clima di Guerra, con tutta una serie di fatti ed esempi che starebbero a dimostrare il contenuto dell’articolo.
Non abbiamo certo la pretesa di modificare le convinzioni del suo giornale sulla Russia, vorremmo però chiedere un maggior senso di responsabilità nel diffondere notizie che possono creare preoccupazione e panico tra le migliaia di nostri connazionali che lavorano e intrattengono relazioni di vario genere soprattutto economico con questo Paese.
In Russia non c’è alcun clima di Guerra e gli esempi forniti dal giornalista sono del tutto inesatti o palesemente parziali.
Le esercitazioni della Protezione Civile vengono effettuate ormai da 16 anni con cadenza regolare, come peraltro avviene in tanti altri Paesi, le scorte di grano e generi alimentari esistono in Russia dal 1949, quando venne creato un apposito Servizio Statale sulle scorte strategiche, che viene alimentato e rinnovato costantemente.
Tralascio le considerazioni sulle vicende militari in quanto oggetto di sostanziale disinformazione mediatica in atto da tempo.
Le possiamo garantire che la nostra Comunità italiana in Russia, non vive le ansie e le agitazioni che sono rappresentate nell’articolo in questione, d’altra parte se l’autore dell’articolo volesse visitare Mosca o altre città, cosa che da molto tempo non avviene, ne trarrebbe sicuramente impressioni diverse da quelle descritte.
Le chiederemo pertanto un maggiore equilibrio e la possibilità di dare spazio anche a informazioni e a posizioni che divergono da quanto affermato dal Dr. Dragosei!
La ringraziamo per l’attenzione e auspichiamo che questa nostra posizione trovi il dovuto spazio sulle colonne del Suo giornale».
Anche noi, nel nostro piccolo, siamo curiosi di vedere domani sul glorioso Corsera una adeguata pubblicazione della protesta, e una auspicabile spiegazione da parte del direttore e dell’autore del reportage che, a quanto leggiamo nella lettera che lo contesta, non avrebbe più le necessarie presenze moscovite che forse ci avrebbero evitato alcune ‘forzature’ nel reportage, eufemismo di cortesia in attesa di precisazioni e ragioni contrarie a sostegno dell’allarmismo del Corriere, unico quotidiano a livello planetario -rileviamo- ad anticipare una vigilia di terza guerra mondiale e il quasi coprifuoco a Mosca. Oppure pentimenti e scuse che -temiamo- non vedremo.