
Non è ancora guerra fredda, ma certo è aria gelida quella che soffia tra Parigi e Berlino verso Mosca, o forse è vento siberiano in direzione opposta.
Dubbi elettorali francesi
Il presidente francese Francois Hollande, in gravi difficoltà di consensi in casa, “si sta ponendo il problema” se ricevere o meno il collega russo Vladimir Putin, che sarà a Parigi il 19 ottobre. Liberation riferisce che Hollande, nel corso di un’intervista televisiva, ha accusato le forze russe che bombardano Aleppo di “crimini di guerra”.
Nei giorni scorsi il segretario di Stato americano John Kerry, con il collega francese Jean-Marc Ayraul, aveva chiesto l’avvio di un’indagine per crimini di guerra nei confronti della Russia e della Siria per le stragi di Aleppo. Di crimini di guerra aveva parlato anche la Gran Bretagna, nel corso di un Consiglio di Sicurezza Onu straordinario. Mosca, da parte sua, ha respinto le accuse al mittente, insistendo che i raid russo-siriani hanno come obiettivo gruppi terroristici.
Mosca intanto, informa l’agenzia Sputnik, continua a preparare la visita programmata di Vladimir Putin a Parigi. Una visita di Stato annunciata pochi giorni fa dal ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in un incontro a Mosca con il capo della diplomazia francese Jean-Marc Ayrault per discutere della situazione in Siria e in Ucraina.
Scegliere di far saltare l’incontro è responsabilità politico diplomatica impegnativa.
Pare di capire che il cerino di una potenziale crisi diplomatica franco russa sia stato acceso, in attesa di capire quali saranno le dita chiamate a scottarsi o chi soffierà per primo sul pericoloso cerino
Germania Russia non solo Siria
Il governo tedesco sta pensando a nuove sanzioni contro Mosca. La preoccupazione di Angela Merkel per la situazione in Siria, ma non solo. Pesa il rafforzamento della presenza militare Russa sia in Medio Oriente, ma soprattutto per Berlino, sul confine Nordorientale dell’Europa. Non si tratta per ora di decisioni prese, ma di segnali. Come quelli inviati da Parigi, e uno può anche credere al caso.
La settimana scorsa, la cancelliera ha chiesto alla Russia, di intervenire su Assad per fermare i «crimini atroci» che si stanno commettendo ad Aleppo. Non ha parlato di sanzioni ma ha sostenuto che la comunità internazionale deve fare tutto ciò che può per fermare gli scontri e fare arrivare aiuti umanitari nella parte Est della città, sotto assedio.
Al di là dei massacri ad Aleppo, in Siria la presenza militare russa cresce di nuovo e gli analisti dicono che è tornata quasi al livello precedente a marzo, quando Putin aveva deciso di ridurre l’operatività russa nel Paese in quanto la missione di proteggere il regime del presidente Assad era praticamente compiuta.
Mosca si doterà in Siria del sistema antiaereo e antimissilistico SS-300, capace di individuare e colpire mezzi anche a grande distanza, compresi gli aerei Stealth e gli Awacs. Il sistema è in grado di imporre il controllo totale dello spazio aereo sulla Siria o di impedire che siano gli americani a creare una no-fly zone. Tutto questo mentre la stampa vicina al Cremlino parla delle tensioni con gli Stati Uniti come ai tempi della crisi di Cuba del 1962.
Quei missili in Europa
Mosca ha intanto fatto sapere mostrandoceli, di avere schierato missili Iskander-M a Kaliningrad, l’enclave russa sul Baltico, territorio russo al confine con Polonia e Lituania. Missili capaci di trasportare testate nucleari, con una gettata di 700 chilometri -potrebbero raggiungere Berlino, precisano gli allarmisti. Tutto ad alzare la tensione in una regione già molto tesa a causa della crisi in Ucraina di cui poco si parla ma che brucia sotto la cenere.
Dal fronte Nato vengono anche segnalate le sempre più frequenti violazioni dello spazio aereo dei Paesi del Nord Europa da parte russa.
Per parte sua Mosca, la settimana scorsa ha sospeso il trattato del 2000 con gli Stati Uniti per la riduzione del plutonio utilizzabile nelle bombe nucleari.
E la tensione cresce in una rincorsa in cui ormai diventa confuso chi mai l’abbia iniziata.
Il nuovo interventismo Russo sul piano strategico ha sicuramente una parte delle responsabilità, mentre le elezioni presidenziali americane sono probabilmente una tentazione di interferenza irresistibile per Mosca, stando almeno alle accuse reiterate di Hillary Clinton. Veri o falsi che siano quei sospetti, certo non promettono molto di buono per il futuro dei rapporti bilaterali Washington Mosca.
Contemporaneamente, un Cremlino molti più attivo, tende ad ampliare le differenze tra Paesi europei sul tipo di risposta da dare. Vedi Francia e Germania oggi, a guardare verso il Baltico, mentre l’Italia resta sul Mediterraneo e si occupa di referendum.